Un signore ha raccontato sui social l'odissea di una famiglia con tre minori per fare il passaporto a Torino: una storia non degna di un Paese come l'Italia.
In una Torino pulsante di vita e di storie, la famiglia vive una disavventura burocratica che sembra uscita dalle pagine di un romanzo: ottenere il passaporto si è trasformato in una vera e propria impresa. Non è solo la loro storia, ma il riflesso di un problema che accomuna molti italiani: i lunghi tempi di attesa per l'ottenimento del passaporto, un documento essenziale che apre le porte del mondo ma che, ironicamente, sembra custodito dietro a un'infinità di ostacoli burocratici.
La recente iniziativa di permettere la richiesta del passaporto anche presso le Poste Italiane rappresenta un faro di speranza in un mare di attese e di complicazioni. Questo cambiamento, introdotto per smaltire l'enorme mole di richieste e ridurre i tempi di attesa, è una svolta potenzialmente rivoluzionaria per molti cittadini. Tuttavia, la storia di questa famiglia ha luogo a gennaio quando questa possibilità ancora non esisteva.
Passaporto a Torino: l'odissea della famiglia
La famiglia in questione è composta da padre, madre e 3 figli minorenni. Sfruttando le vacanze natalizie, i genitori hanno avuto l'idea di fare i passaporti in vista del prossimo viaggio all'estero. Quindi, la mattina del 3 gennaio si recano tutti insieme alla Polizia di Mirafiori alle 06:30, due ore prima dell'apertura, in quanto erano stati avvisati delle lunghe code. Ad aspettarli c'era un cartello con la comunicazione che solo i primi 10 in fila avrebbero avuto l'onore di poter richieder il passaporto. La famiglia aveva i numeretti dal 13 al 17. Quindi, decidono di cambiare stazione di Polizia. Ma qui sono addirittura 25° in fila. "Io sono in fila dalle 02:30 di mattina", rivela una signora in attesa.
La famiglia, quindi, torna a casa e ritenta l'impresa il 9 gennaio. Questa volta giungono alla stazione di Polizia alle 03:30 di mattina. In questo modo, il padre ottiene il numero 6 e la madre il numero 7. Missione compiuta, quindi. Peccato, però, che i genitori e i figli hanno dovuto aspettare 5 ore in piedi e al freddo prima dell'apertura dell'ufficio. "I ragazzi sono in auto sommersi dalle coperte", raccontano i genitori. Alle 9, infreddoliti, entrano all'ufficio di Polizia. "Vi richiameremo alle 13", gli comunica il poliziotto. Altra attesa, quindi. Alla fine, dopo due tentativi, 120 euro per ogni passaporto e innumerevoli ore passate a una temperatura sotto zero ottengono il foglio per il ritiro dopo 20 giorni. "Chissà se in Burundi è anche così", si chiede il signore che ha raccontato la storia sui social. Anche voi avete vissuto un'esperienza simile per ottenere il passaporto o è stato tutto più semplice?
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