Il cliente di un supermercato ha condiviso sui social la sua disavventura con una confezione di grissini: il contenuto lo ha scioccato.
In un mondo in cui il consumatore è costantemente alla ricerca del miglior rapporto qualità-prezzo, una visita al supermercato può trasformarsi in un'esperienza carica di aspettative. Immaginate di passeggiare tra gli scaffali, il carrello già mezzo pieno, quando decidete di aggiungere una confezione di grissini, quel tocco finale per la cena di stasera. Tuttavia, al momento di aprire la confezione a casa, ciò che vi accoglie non è la consueta vista di bastoncini dorati e croccanti, ma una spiacevole sorpresa.
Confezione di grissini al supermercato: il contenuto indigna il consumatore
Valerio, il protagonista della nostra storia, ha acquistato i grissini in un supermercato di Besnate, in provincia di Varese, in Lombardia. Quando è arrivato a casa e ha aperto uno dei pacchetti di grissini ha notato che al posto dei soliti 4 grissini ce n'erano solamente 2. L'accaduto ha indignato il consumatore che si è sentito truffato e ha addirittura minacciato di rivolgersi in tribunale. Ovviamente, per motivi di privacy non possiamo comunicare il nome dell'azienda, ma possiamo dirvi che è molto famosa per la vendita di grissini. "Aumento dei prezzi e diminuzione delle quantità, vergognatevi", ha scritto Valerio sui social. Anche un altro utente del web, nei commenti al post di Valerio, ha confermato di essere stato protagonista della stessa disavventura.
Shrinkflation: una pratica sempre più diffusa
Questo episodio, apparentemente isolato, è in realtà un sintomo di un fenomeno economico più ampio e subdolo noto come shrinkflation, una pratica che vede le aziende ridurre la quantità di prodotto all'interno di un imballaggio mantenendo invariato il prezzo di vendita. La shrinkflation è una risposta creativa e ingegnosa delle aziende alle pressioni inflazionistiche, alle fluttuazioni dei costi di produzione e alla necessità di preservare i margini di profitto senza allarmare il consumatore con aumenti di prezzo frontali.
Altre cause di questo fenomeno sono l'aumento dei costi delle materie prime alla crescita e delle spese logistiche. Sono molti, quindi, i fattori che possono spingere le aziende a optare per la shrinkflation. Questa pratica è sempre più diffusa e, purtroppo, non esistono ancora vincoli legali che obbligano le aziende a non raggirare i consumatori. Quindi, le aziende possono fare un po' quello che gli pare. Di conseguenza, casi come quello di Valerio, quindi, sono sempre più frequenti e la rabbia dei consumatoreìi è comprensibile e condivisibile. A voi, è mai capitato di acquistare un prodotto e rendervi conto che la quantità è diminuita rispetto al passato mentre il prezzo è rimasto lo stesso?
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