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Guglielmo Poggi è Angelo Izzo in Circeo: "Mi è costato fatica e dolore, ma lo rifarei"

Guglielmo Poggi è Angelo Izzo nella serie Circeo su Rai 1: la nostra intervista.

Il suo nome compare nel cast di una commedia iconica, che è Smetto quando voglio di Sidney Sibilia e che ricorda con orgoglio e ammirazione quasi dieci anni dopo. Tra i tanti nomi incontrati nel corso della sua carriera, e per citarne solo uno compare quello di Gigi Proietti, sogna una collaborazione con Virzì e Garrone, ma non ama troppo mitizzare. "Guardo tutto, dal cinema al teatro fino alla tv", ci ha detto durante una conversazione telefonica lunga e ricca di spunti. Ha definito C'è ancora domani di Paola Cortellesi il punto di svolta che il cinema italiano aspettava da tempo: "Da adesso in poi, ci sarà un prima e un dopo. Paola Cortellesi è una delle poche dive che abbiamo: è stata creativa e ha portato al cinema qualcosa che potesse interessare alla gente. Dovremmo farlo tutti".

Sono le parole di un attore in queste sere in prima linea tra le proposte in prime time di Rai 1. Guglielmo Poggi è Angelo Izzo in Circeo, il mostro che oltre al delitto del 1975, anni dopo ha ucciso altre due donne a Ferrazzano, durante un permesso premio concessogli. Poggi non ha nascosto la sua difficoltà nell'elaborare un ruolo di questo tipo, conviverci e farci i conti a telecamere spente. Un processo lungo che giunge finalmente alla sua fase conclusiva e che in questi anni, lo ha portato a mettersi nei panni di un mostro, il mostro del Circeo.

Guglielmo Poggi nei panni di Angelo Izzo: lo studio del ruolo e quanto è costato

"Non è facile stare davanti a Circeo, è una serie complicata: dobbiamo farlo con coraggio e con cura, per scrivere delle pagine nuove". Così ha chiuso Guglielmo Poggi la nostra chiacchierata, ma riavvolgiamo il nastro partendo da quello che è il suo stato d'animo attuale nei confronti di questo lungo processo. Anni di studio: video e interviste per impersonare un mostro. Come si diventa e soprattutto, come ci si libera di Angelo Izzo?

"Ho cominciato con il doppiaggio da ragazzino e facilmente riesco a modulare la voce. Per evitare l'effetto imitazione mi sono preparato a lungo affinché la mia voce fosse centrata in tutto: corpo, espressioni e un lavoro mirato alla persona di Angelo Izzo. Ho voluto raccontare quell'Izzo che tutti conoscono (si riferisce alle ultime vicende giudiziarie del mostro, riportate in programmi tv e notiziari) e cercare di immaginare lui a vent'anni. Oggi mi sento meglio. L'elaborazione porta con sé sempre rifiuto, negazione e dolore. Dopo la prima puntata (si riferisce alla messa in onda in Rai), ora la vedo molto più in discesa, per me è un cerchio che si chiude, adesso si va avanti". 

Sul set ha avuto una guida oppure, è stato libero di esprimersi come voleva?

"Il regista Andrea Molaioli mi ha lasciato molto libero sul set. Abbiamo tolto certe cose che erano davvero troppo simili all'Izzo di oggi. Questa è la parte più impegnativa, ma allo stesso tempo interessante del nostro lavoro. Eravamo costantemente controllati affinché non potessimo mettere cose in contrasto con la realtà processuale. Per Circeo è stato fatto un lavoro gigantesco, per tutta la questione editoriale affinché non ci fosse improvvisazione. La libertà che ti lascia un regista quando hai delle scelte che vengono concesse ad attori ben più avanti di me, consiste nel controllare la temperatura e Molaioli ha capito sin da subito che stavo lavorando da tempo a questa cosa e non avrei mai e poi mai messo alle riprese i bastoni tra le ruote".

Angelo Izzo, è il ruolo della vita?

"Il cinema mi ha sempre portato da un'altra parte, ma su Angelo Izzo hai davanti a te il fatto che sia una storia vera e che lui esiste, è vivo. Ho pensato che questa fosse l'occasione della vita, ma siamo sempre e solo noi che mettiamo un valore alle cose. Mi è costato più fatica e dolore, ma ogni ruolo è importante e unico. Devi dare il 110 su 100 e devi darlo sempre nel mondo dell'arte. Questo diceva il mio maestro Gigi Proietti. Questo è il lavoro che amo, che mi porto dietro da ragazzino e che non ho intenzione di mollare solo perché ogni tanto arrivano dei momenti di difficoltà".

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Guglielmo Poggi sul set di Circeo

Angelo Izzo: un film su di lui con Poggi regista e interprete?

Ha scritto un'opera omnia su Angelo Izzo dopo la vicenda del Circeo: la gente ne ha bisogno per non dimenticare le vittime di questi massacri. Prenderà forma un giorno tutto questo?

"In questo momento ho bisogno di distaccarmi da questa vicenda. Ho pensato un'opera omnia su di lui perché reputavo potesse essere utile a tutti, a me in primis per poterci entrare meglio dentro. L'ho scritta in pandemia con il Covid, nel pieno delle riprese di Circeo. Ho cominciato studiando i processi: bloccato a casa ho viaggiato con Izzo, ma adesso non ho più voglia di viaggiare con Izzo. Oggi se ci penso mi dà l'angoscia: devo superarlo e guardare questa cosa con occhi diversi. Con Circeo voglio chiudere tutto, potrei rimetterci mano con la mente più sgombra. Ho pensato che la gente ne avesse bisogno, siccome in Italia c'è un retaggio culturale che spesso porta a non mostrare e raccontare le cose per quello che sono davvero: prendiamo Elisa Claps ad esempio".

Circeo su Rai 1 che significato ha?

"L'operazione di Circeo è raccontare di come si è arrivati al reato di stupro in Italia e come la questione Izzo, Ghira e Guido diventa pretestuale per unirsi e capire cosa fare. Per me la messa in onda in Rai è tutto: lo scontro col grande pubblico lo devi avere, con chi tiene Rai 1 acceso e guarda cosa va in onda".

Incontrerebbe mai Angelo Izzo un giorno? E gli autori di Circeo hanno avuto contatti con i familiari delle vittime?

"Non ho avuto contatti con i familiari, nel mio caso non avrebbe avuto senso. So che regia, produzione a autori sono entrati in contatto con i familiari. Non ho mai avuto dubbi sulla buona fede di tutti e sono sicuro si siamo messi in contatto. Angelo Izzo lo volevo incontrare, poi ho capito che non era il caso. Pensavo potesse aiutarmi, ma quando ho provato ad informarmi ho capito che sarebbe stata una cosa poco corretta. Ho rivisto completamente la mia posizione. Interpreterei ancora un ruolo del genere, ma devono esserci i giusti presupposti".

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