Premierato elettivo, come cambiano i poteri del Presidente della Repubblica con la riforma costituzionale

Premierato elettivo, come cambiano i poteri del Presidente della Repubblica con la riforma costituzionale

Uno dei punti più discussi della riforma costituzionale sul premierato elettivo riguarda i poteri del Presidente della Repubblica: ecco come dovrebbero cambiare.

Con l'approvazione del disegno di legge sulla riforma costituzionale che dovrebbe introdurre in Italia l'elezione diretta del Presidente del Consiglio da parte dei cittadini si è aperto un focoso dibattito. Giorgia Meloni, in un'intervista al Messaggero, ha comunicato che la riforma "non tocca la figura di garanzia del Presidente della Repubblica". Anche Maria Elisabetta Casellati, la ministra per le Riforme istituzionali che ha messo a punto il testo del disegno di legge, ha affermato che il premierato elettivo "non modifica i poteri del Presidente della Repubblica".

Le opposizioni, invece, la pensano diversamente. La segretaria del PD Elly Schlein ha espresso profonda preoccupazione per il ruolo del Presidente della Repubblica, qualora la riforma dovesse venire approvata dal Parlamento con più dei 2/3 dei voti o, in caso contrario, dai cittadini italiani tramite referendum. Secondo la politica dem, il Presidente della Repubblica diventerebbe "un elemento di arredo, una figurina". Ma vediamo cosa effettivamente cambierà per il Presidente della Repubblica in base al testo della riforma approvato dal Consiglio dei ministri.

Premierato elettivo, come cambiano i poteri del Presidente della Repubblica con la riforma costituzionale
Giorgia Meloni e Elly Schlein hanno opinioni contrastanti sulla riforma costituzionale per il premierato elettivo

Premierato e Presidente della Repubblica: cosa cambia

Innanzitutto, il cambiamento principale riguarderà il meccanismo di elezione del Presidente del Consiglio. Ad oggi, infatti, la Costituzione prevede che sia il Presidente della Repubblica a nominare il premier in seguito alle consultazioni con i partiti che hanno partecipato alle elezioni ed esponenti della legislatura uscente. Se la riforma dovesse passare, invece, saranno i cittadini a scegliere direttamente il Presidente del Consiglio a cui il Presidente della Repubblica si limiterà ad affidare l'incarico di formare un nuovo governo. Secondo il testo della riforma, al Presidente della Repubblica rimarrebbe solo il potere di nomina dei ministri. Tuttavia, il costituzionalista Ugo De Siervo, intervistato da Pagella Politica, ha spiegato che, data la più forte "legittimazione popolare" del premier, "è evidente che il presidente della Repubblica non può dirgli di no in sede di scelta" dei ministri.

Un'altra modifica dei poteri del Capo dello Stato riguarda la nomina del nuovo premier in caso di crisi politica. La riforma costituzionale, infatti, prevede che il Presidente della Repubblica può nominare un nuovo Presidente del Consiglio solo tra i parlamentari che compongono la maggioranza. Se il nuovo premier che indica il Presidente della Repubblica non ottiene la fiducia, allora il Capo dello Stato può sciogliere le camere. In questo caso, quindi, il Presidente della Repubblica non avrà più libertà di scelta. Per esempio, non potrà più affidare l'incarico a una figura tecnica come è stato fatto più volte nel corso delle tante crisi istituzionali che hanno coinvolto l'Italia in questi anni.

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