Premierato elettivo, cosa pensano le opposizioni sulla riforma costituzionale voluta dal Governo Meloni

Premierato elettivo, cosa pensano le opposizioni sulla riforma costituzionale voluta dal Governo Meloni

Le acque non sono mai calme nel mondo della politica italiana, soprattutto quando si parla di riforme costituzionali. L'ultima proposta di riforma relativa all'introduzione del premierato elettivo in Italia, scaldando gli animi delle opposizioni.

Ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato all'unanimità il disegno di legge sulla riforma costituzionale che prevede l'introduzione in Italia del premierato elettivo. Nel caso in cui il Parlamento dovesse approvare la bozza di legge con i 2/3 dei voti, i cittadini, a partire dalla prossima legislatura, avranno al possibilità di eleggere direttamente il Presidente del Consiglio. Ad oggi, il potere di nomina del premier spetta al Presidente della Repubblica dopo le consultazioni.

Giorgia Meloni ha definito questo provvedimento "la madre di tutte le riforme" che porterà "stabilità e governabilità" al Paese. Uno dei maggiori vantaggi di questa riforma, secondo la Presidente del Consiglio, sarebbe la fine dei governi tecnici. La riforma, infatti, dovrebbe prevedere che, in caso di crisi politica, il nuovo premier possa essere solo un parlamentare della maggioranza. "Non ci saranno i senatori a vita, fatto salvo  per gli ex presidenti della Repubblica e gli attuali senatori a vita", ha detto Giorgia Meloni, motivando la scelta con il fatto che con il taglio dei parlamentari "l'incidenza dei senatori a vita è molto aumentata".

Le posizioni delle opposizioni sul premierato elettivo

Il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Azione non hanno usato mezze misure nell'esporsi sulla questione. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha sparato a zero sulla proposta di riforma, definendola "pasticciata e pericolosa". Secondo la sua visione, questa riforma indebolirebbe il Parlamento e limiterebbe le prerogative del Presidente della Repubblica. Non si è risparmiato neppure Roberto Fico, presidente del Comitato di garanzia del Movimento 5 Stelle, che ha espresso preoccupazione per una riforma che a suo dire, non favorirà la governabilità ma accentuerà gli squilibri del sistema.

Anche Carlo Calenda, leader di Azione, si è schierato contro la riforma, definendola "l'Italierato", un qualcosa che "non è un cancellierato (che avremmo approvato), non è un Premierato, non è presidenzialismo o semi-presidenzialismo". Di contro, Italia Viva ha deciso di giocare la carta del realismo. Raffaella Paita, coordinatrice nazionale del partito, ha dichiarato che per Iv sono importanti due obiettivi: la stabilità e il ripristino del rapporto fiduciario tra elettori e istituzioni. Quindi, il partito ha deciso di aspettare di "leggere i testi" per valutare se la proposta del Consiglio dei ministri sia in linea con queste premesse.

La riforma costituzionale sta dividendo il panorama politico italiano e suscitando molte perplessità tra le opposizioni. Probabilmente, però, saranno i cittadini a dover decidere su questo provvedimento. Infatti, nel caso in cui il disegno di legge non raggiunga i 2/3 dei voti in Parlamento, si terrà un referendum popolare sulla riforma.

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