La Turchia ha preso una clamorosa decisione diplomatica che mette Israele alle strette: ecco cosa ha deciso il presidente turco Erdogan.
I rapporti tra Turchia e Israele sono ai minimi storici. La guerra di Israele per sconfiggere la minaccia terroristica di Hamas ha incrinato le relazioni bilaterali tra i due Paesi. Il paese musulmano si è schierato contro gli alleati della Nato a supporto dei terroristi di Hamas. Ancora una volta, la Turchia si conferma essere una mina vagante sullo scacchiere internazionale. Già durante un discorso parlamentare della scorsa settimana era risultata chiara la posizione di condanna della Turchia nei confronti di Israele.
In quell'occasione, Erdogan aveva condannato "i crimini contro l'umanità premeditati" commessi da Israele nella Striscia di Gaza, affermando che "circa la metà di coloro che sono stati uccisi dagli attacchi israeliani su Gaza sono bambini". Il presidente turco aveva anche detto che il modo di agire di Israele è "simile a un'organizzazione più che uno Stato" e aveva cancellato la visita programmata in Israele. Inoltre, Erdogan ha dichiarato che i miliziani di Hamas non sono terroristi, bensì "combattenti per la liberazione" del popolo palestinese.

La mossa diplomatica di Erdogan per isolare Israele
Il presidente turco, oggi, ha tradotto in realtà le sue affermazioni sulle azioni di Israele nella Striscia di Gaza. Erdogan, infatti, ha deciso di richiamare ad Ankara l'ambasciatore turco in Israele. Simili decisioni diplomatiche sono state prese anche da altri Paesi. Nei giorni scorsi, infatti, anche il Cile e la Colombia hanno richiamato i rispettivi ambasciatori in patria. La Bolivia, invece, ha addirittura deciso di rompere le relazioni diplomatiche con Israele. Tuttavia, la decisione di Erdogan ha un peso differente in quanto la Turchia è un player di fondamentale importanza nella geopolitica del Medio Oriente.
Il presidente turco Erdogan, oggi, ha anche affermato che non parlerà più con l'omologo israeliano. Inoltre, se Israele non terminerà le azioni militari nella Striscia di Gaza e se non sarà processato per quelli che la Turchia definisce "crimini contro l'umanità", Erdogan ha dichiarato che il suo Paese non avrà più fiducia nei confronti del sistema internazionale. A fine novembre, inoltre, è attesa la visita del presidente iraniano Ebraham Raisi, il principale alleato di Hamas, in Turchia. Il conflitto tra Israele e Hamas, quindi, continua a spaccare in due il mondo intero. Questa divisione è ben rappresentata dalle Nazioni Unite, in cui è in corso un aspro confronto tra chi sostiene e accusa Israele. Dopo la guerra in Ucraina, anche il conflitto in Israele sta mettendo a dura prova il sistema delle relazioni internazionali sorto dopo la Seconda guerra mondiale.
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