Il Sudamerica si rivolta contro Israele: le decisioni di Bolivia, Cile e Colombia sconvolgono il mondo intero

Il Sudamerica si rivolta contro Israele: le decisioni di Bolivia, Cile e Colombia sconvolgono il mondo intero

Ieri, tre paesi sudamericani, la Bolivia, il Cile e la Colombia hanno preso delle decisioni che condannano duramente le azioni di Israele nella Striscia di Gaza: vediamole nel dettaglio.

Siamo ormai entrati nel 26° giorno di una guerra che sarà ancora molto lunga, stando alle parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Dopo l'attacco terroristico di Hamas contro Israele che ha causato la morte di 1.300 cittadini e il rapimento di oltre 200 ostaggi, la risposta è stata durissima. Israele sta bombardando a tappeto la Striscia di Gaza con ferocia ed elevata intensità. Finora, gli attacchi israeliani hanno causato la morte di oltre 8.500 palestinesi, di cui circa la metà sono bambini. Il sistema sanitario di Gaza è al collasso, mancano acqua, medicinali, elettricità e carburante. Oltre 650.000 palestinesi hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni.

Mentre Israele sta iniziando a eseguire incursioni terrestri nella Striscia di Gaza per estirpare la minaccia di Hamas, alcuni paesi sudamericani hanno preso decisioni radicali che dimostrano una forte condanna delle azioni di Israele nella Striscia di Gaza. La posizione più forte è sicuramente quella della Bolivia che ha annunciato di rompere le relazioni diplomatiche con Israele. La Bolivia ha anche chiesto a Israele di interrompere "gli attacchi nella Striscia di Gaza che hanno provocato la morte di migliaia di civili e il trasferimento forzato dei palestinesi". Il paese sudamericano ha anche annunciato l'invio di aiuti umanitari a Gaza per far fronte alla grave crisi umanitaria.

Non solo Bolivia, anche Cile e Colombia si schierano contro Israele

Le azioni di Cile e Colombia sono state più moderate rispetto a quella colombiana, ma comunque molto dure. Il Presidente della Repubblica di Cile Gabriel Boric Font, con un post sui social, ha comunicato la decisione di richiamare in patria l'ambasciatore del Cile in Israele a causa "dell'inaccettabile violazione del Diritto Umanitario Internazionale" da parte di Tel-Aviv nella Striscia di Gaza. Il Presidente del Cile ha definito le operazioni militari di Israele una "punizione collettiva per la popolazione civile palestinese della Striscia di Gaza". "Le 8.000 vittime civili, per la maggior parte donne e bambini", ha continuato il presidente cileno, dimostrano che Israele non rispetta "le norme fondamentali del Diritto Internazionale".

Infine, anche il Presidente della Colombia Gustavo Petro ha preso la stessa decisione del collega cileno e ha richiamato a Bogotà l'ambasciatore colombiano in Israele. "Se Israele non interrompe il massacro del popolo palestinese, non possiamo stare lì", così il presidente colombiano ha giustificato la sua decisione. Il Venezuela, grande alleato della Russia e dell'Iran in Sudamerica, al momento, si è limitato solo a condannare l'attacco israeliano al campo profughi palestinese di Jabaliya. Il Ministero degli Esteri israeliano ha definito la decisione della Bolivia "una capitolazione di fronte al terrorismo e al regime degli ayatollah in Iran".

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