Russia, Senato approva stop al bando dei test nucleari: cosa cambierà dopo la firma di Vladimir Putin

Russia, Senato approva stop al bando dei test nucleari: cosa cambierà dopo la firma di Vladimir Putin

Il Consiglio della Federazione ha approvato la bozza del disegno di legge sullo stop al bando dei test nucleari in Russia.

L'iter legislativo per la revoca della ratifica del Trattato sulla messa al bando dei test nucleari in Russia è quasi ultimato. La bozza della legge corrispondente è stata approvata questa mattina dal Consiglio della Federazione, la camera alta del Parlamento russo, paragonabile al nostro Senato. Mercoledì scorso, la Duma, la camera bassa del Parlamento russo, aveva dato il via libera al disegno di legge. Per completare l'iter legislativo, ora, manca solo la firma del presidente russo Vladimir Putin che potrebbe arrivare a stretto giro.

Non ci sono dubbi che il presidente russo approvi questa legge in quanto lo stop al bando dei testi nucleari era stato proposto proprio da Vladimir Putin in un suo recente intervento al forum economico Valdai di inizio ottobre. In generale, il Parlamento russo è uno strumento nelle mani del presidente russo privo di autonomia decisionale e organizzativa. Questa decisione aumenterà la tensione tra la Russia e gli Stati Uniti, le maggiori superpotenze in campo nucleare.

Russia, Senato approva stop al bando dei test nucleari: cosa cambierà dopo la firma di Vladimir Putin
Tutte le leggi russe, per entrare in vigore, dopo la discussione parlamentare devono essere approvate dal presidente

 

Cosa succederà dopo l'approvazione della legge sullo stop al bando dei test nucleari in Russia

Il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari risale al 1996 ed è stato firmato e ratificato da molti Paesi del mondo. Tra le maggiori superpotenze del Pianeta, gli Stati Uniti e la Cina hanno solo firmato e non ratificato il Trattato. L'India, invece, non ha neanche firmato l'accordo. Proprio la mancata ratifica da parte degli Stati Uniti è il motivo per il quale la Russia ha deciso di intraprendere questa decisione e revocare la ratifica del Trattato. Infatti, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha precisato che la revoca del Trattato è necessario "per livellare una situazione de facto" in quanto "gli americani non l'hanno mai ratificato".

Dmitry Peskov, quindi, ha anche rassicurato le opinioni pubbliche mondiale sul fatto che ciò non significherà che la Russia condurrà test nucleari in futuro. Si tratterebbe, quindi, soltanto di una sfida lanciata agli Stati Uniti. Tuttavia, la Russia non ha mai negato che in caso di minaccia esistenziale farà ricorso alle armi nucleari. Infatti, il presidente russo Vladimir Putin, prima dell'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina, ha ha messo in stato di allerta le forze deterrenti nucleari. Successivamente, la Russia è anche uscita dal Trattato New Start sulla non proliferazione delle armi nucleari. Tutto ciò indica che la Russia ha tutta l'intenzione di portare il livello dello scontro con l'Occidente, seppur solo da un punto di vista retorico e formale, sul livello nucleare. Il passaggio dalle parole ai fatti, tuttavia, può essere molto rapido e veloce con conseguenze disastrose per l'intera umanità.

LEGGI ANCHE: Ucraina, ex consigliere Arestovich accusa Zelensky e invoca le elezioni: "Ci sta portando alla catastrofe"