Gas, petrolio e crescita: le conseguenze della guerra in Israele sull'economia italiana e mondiale

Carlo Cottarelli, economista italiano, ospite a Stasera Italia, ha spiegato quali saranno gli effetti della guerra in Israele sull'economia mondiale e italiana.

La guerra in Israele è entrata nella sua prima settimana. Sono passati già 7 giorni da quando Hamas ha messo a segno l'attacco terroristico che ha scatenato la dura reazione di Israele. In queste ore è in corso l'evacuazione dei civili palestinesi dalla zona Nord della Striscia di Gaza in attesa dell'invasione via terra di Israele per sconfiggere Hamas. Non si sa quanto ancora dureranno le operazioni militari, anche perché il rischio che il conflitti si allarghi e coinvolga altri paesi del Medio Oriente è reale.

Per questo, ci si sta iniziando a chiedere in che modo gli eventi in Israele possano influire sull'economia mondiale e italiana che in parte dipende dal gas e dal petrolio arabo. Il timore è che le conseguenze economiche possano essere importanti come in seguito all'invasione russa dell'Ucraina. Una valutazione sommaria dei rischi e delle conseguenze è stata fornita da Carlo Cottarelli, economista di fama internazionale, ospite di Stasera Italia, il programma di approfondimento condotto da Nicola Porro su Rete4.

Le conseguenze economiche della guerra in Israele sull'Italia

Carlo Cottarelli ha cercato subito di rasserenare gli animi: "Se il conflitto resta limitato nelle sue dimensioni attuali, io sono relativamente ottimista che il sentiero di crescita dell'economia mondiale non sarà deragliato". Infatti, "l'economia mondiale non sta andando malissimo con tassi di crescita del 3%". La situazione economica attuale, quindi, non corrisponde "alla tempesta perfetta d'autunno che ci si aspettava l'anno scorso". Carlo Cottarelli ha anche rivelato che l'economista capo del Fondo Monetario Internazionale ha spiegato che è troppo presto per capire quale impatto possa avere la guerra in Israele sull'economia mondiale.

Gas e petrolio

In questi giorni, però, "il petrolio è andato su del 5%". Cottarelli ha spiegato che "la maggior parte dell'aumento c'è stata il primo giorno, poi si è stabilizzato". Secondo il capo economista del FMI, ha spiegato Cottarelli, "un aumento del prezzo del petrolio del 10% causa un rallentamento dell'economia mondiale dello 0,15%". Niente di eclatante, quindi. Questo perché il mondo non dipende più dal prezzo e dalla quantità di petrolio come in passato. La situazione con il gas è diversa in quanto "è andato su parecchio". I motivi di questo aumento di prezzo non sono da ricercare solo nella guerra in Israele, ha spiegato l'economista, ma anche nel "gasdotto che si è interrotto tra l'Estonia e la Finlandia". In ogni caso, "si parla di un gas a 55 dollari e non a 300 - 350 dollari come è arrivato (a causa della guerra in Ucraina, ndr)".

Tuttavia, "un'escalation economica" del conflitto potrebbe cambiare le carte in tavola. Come ha fatto notare Nicola Porro, però, l'Italia si è messa nelle mani di paesi non molto affidabili come l'Algeria per il rifornimento di gas. Secondo Cottarelli, è stata una scelta obbligata nel breve periodo in quanto, ha notato con un pizzico di ironia l'economista, "gli idrocarburi si trovano nei paesi sbagliati". Tuttavia, nel lungo periodo, secondo l'economista, bisogna puntare sulle rinnovabili e, in parte, anche sul nucleare.

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