"Due popoli, due Stati" e "Stato unico": cosa prevedono le soluzioni al conflitto tra Israele e Palestina

"Due popoli, due Stati" e "Stato unico": cosa prevedono le soluzioni al conflitto tra Israele e Palestina

"Due popoli, due Stati" e "Stato unico" sono due possibili soluzioni per risolvere il conflitto tra Israele e Palestina: ecco cosa prevedono

L'attenzione mediatica e politica sul conflitto israelo-palestinese si è riaccesa in questi giorni in seguito all'attacco terroristico di Hamas contro Israele. Alle brutali azioni dei miliziani palestinesi che hanno causato la morte di 1.300 israeliani, il ferimento di oltre 3.000 persone e il rapimento di circa 120 ostaggi, è seguita la dura risposta di Israele. L'esercito israeliano ha messo sotto assedio la Striscia di Gaza, togliendo l'acqua, l'elettricità e i rifornimenti di carburante ai circa 2 milioni di palestinesi che abitano nel lembo di terra al confine con l'Egitto. Contemporaneamente, Israele sta bombardando a tappeto le posizioni di Hamas nella Striscia di Gaza con l'obiettivo di sconfiggere una volta e per tutte l'organizzazione terroristica. Nell'attesa di una possibile invasione via terra della Striscia di Gaza, le autorità palestinesi hanno comunicato più di 1.400 morti e oltre 6.000 feriti.

In questo contesto di incertezza e continue escalation di violenza, risulta sempre più necessario trovare una soluzione definitiva alla questione israelo-palestinese. Vediamo, quindi, quali sono le principali proposte avanzate nel corso degli anni.

"Due popoli, due Stati": cosa significa questa formula per risolvere il conflitto tra Israele e Palestina

La soluzione "Due popoli, due Stati", come suggerisce il nome stesso, prevede la divisione del territorio di quella che un tempo era la Palestina in due nazioni: un nuovo Stato palestinese e uno Stato ebraico. Il piano di spartizione avanzato dalle Nazioni Unite nel 1947 prevede anche la creazione di una terza zona, comprendente Gerusalemme, sotto il controllo internazionale. La guerra arabo-israeliana del 1948-1949 e la guerra dei sei giorni del 1967 hanno portato a una situazione de facto simile a quella proposta dal piano delle Nazioni Unite.

Tuttavia, Israele occupa una porzione di territori maggiore rispetto a quella prevista dall'Onu, che nel 1976 ha approvato una risoluzione che prevede il ritorno ai confini per-1967. Nel corso degli anni, la comunità internazionale ha messo in campo diversi tentativi per regolarizzare la soluzione dei due Stati. Tuttavia, Israele ha ammesso di non poter accettare il riconoscimento dello Stato di Palestina finché l'Autorità Nazionale Palestinese non rompe con Hamas. Anche le Nazioni Unite. nel 2011, hanno rifiutato il riconoscimento dello Stato di Palestina, anche se l'Assemblea generale lo ha riconosciuto formalmente.

La formula dello "Stato unico" 

Questa soluzione, come si può evincere dal nome, prevede la costituzione di uno Stato unitario che conceda uguali diritti a tutti i cittadini a prescindere dall'etnia e dalla religione. Nella pratica, questa soluzione ha ricevuto il rifiuto di tutte le parti in causa, sebbene sia ritenuta di grande interesse in ambito accademico. Per la prima volta, questa soluzione fu proposta dal governo britannico con il Libro bianco del 1939. Il governo britannico tornò poi a preferire la soluzione "due popoli, due Stati" che fu anche approvata nel 1947 dal Comitato delle Nazioni Unite istituito ad hoc.

Quindi, la comunità internazionale e i paesi in conflitto hanno scelto di seguire la strada della formula "due popoli, due Stati". Tuttavia, sono tanti i punti di disaccordo tra le parti. Tra di essi, spiccano i seguenti: i confini di Gerusalemme e del futuro Stato palestinese, il futuro degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e la questione dei profughi palestinesi.

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