Carlo Calenda, segretario di Azione, ha commentato con durezza la presenza nei talk show di quella che definisce la "quota Hamas".
Ciò che sta accadendo in Israele ha infiammato il dibattito pubblico italiano. Ovviamente, la condanna degli attacchi terroristici di Hamas è stata unanime, ma, secondo alcuni, è inaccettabile che in questo momento si esprimano posizioni solidali nei confronti del popolo palestinese. Anche se, Hamas non rappresenta tutto il popolo palestinese. Anzi, buona parte dei palestinesi della Striscia di Gaza è ostaggio delle politiche terroristiche di Hamas.
In questo contesto, Carlo Calenda ha ripreso un articolo di Stefano Cappellini su La Repubblica per esprimere la sua opinione su quanto sta accadendo negli studi televisivi italiani. Nell'articolo de La Repubblica, Stefano Cappellini ha fatto un ritratto di Elena Basile, ex diplomatica che, a detta del giornalista, "è in quota filo Hamas". A ragione del vero, durante i suoi interventi televisivi, Elena Basile non ha mai solidarizzato con l'organizzazione terroristica, però ha criticato la posizione dell'Occidente, le politiche di Israele e chiesto una de-escalation delle violenze. Stefano Cappellini ha definito Elena Basile "la nuova Orsini". Secondo il giornalista, così come Alessandro Orsini condanna l'invasione dell'Ucraina per poi incolpare l'Occidente, Elena Basile condanna le barbarie di Hamas per poi identificare Israele e l'Occidente come responsabili della situazione attuale.
Carlo Calenda e la "quota Hamas"
Il segretario di Azione ha ripreso l'articolo di Stefano Cappellini su La Repubblica per esprimere la sua opinione riguardo al problema della "quota Hamas" negli studi televisivi italiani. Carlo Calenda ha ironicamente affermato che "si potrebbe ripetere il formato anche con Mafia, Camorra, Ndrangheta, Isis, Narcos". Ovvero, l'ex alleato di Renzi, ha proposto di invitare ai talk show rappresentanti di altre organizzazioni terroristiche e criminali per salvaguardare il principio del contraddittorio. In talk show di questo tipo, per Carlo Calenda, in seguito a una "condanna preliminare" dell'aggressore (Hamas in questo caso) seguirebbero affermazioni del tipo: "sarebbe meglio avere più ostaggi americani". Queste parole sono state pronunciate da Elena Basile. L'ex diplomatica intendeva che se ci fossero stati più ostaggi statunitensi, gli Stati Uniti sarebbero stati più interessati a ricoprire il ruolo di mediatori.
A questo genere di affermazioni, ha detto Carlo Calenda, seguirebbe "l'invito a fare pace con Hamas", che ha "ucciso mille civili, tra cui 40 bambini in una stanza". Insomma, secondo Carlo Calenda, "in Italia ci sono tante brave persone disposte a porgere l’altra guancia, purché la guancia sia altrui". Ciò che unisce i no-Vax, i "filo-Hamas" e i "filo-putiniani", secondo Calenda, è l'antioccidentalismo. Insomma, Calenda afferma che "ci facciamo schifo da soli". Infine, il leader di Azione ha scritto che chi condanna Israele, di solito, protesta anche "contro i diritti violati delle minoranze o delle donne in Italia". Cosa che sarebbe impossibile, secondo Carlo Calenda, "dove governa Hamas". Insomma, ha concluso Carlo Calenda, "meglio gridare al fascismo dove il fascismo non c’è."
QUOTA HAMAS
Interessante questo fatto che negli studi televisivi si ritenga di dover invitare qualcuno in “quota Hamas” come scrive oggi @il_cappellini.
Si potrebbe ripetere il formato anche con Mafia, Camorra, Ndrangheta, Isis, Narcos.
Ovviamente con generica condanna…— Carlo Calenda (@CarloCalenda) October 13, 2023
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