Vittorio Sgarbi, ospite a Quarta Repubblica, ha commentato con durezza l'operato della giudice di Catania Iolanda Apostolico.
Iolanda Apostolico continua a essere nell'occhio del ciclone dopo la sentenza che scaturito un'infiammata polemica politica. La giudice di Catania ha deciso di liberare 4 migranti da un Centro per il Rimpatrio in quanto ha definito la Tunisia un paese non sicuro, sebbene il paese arabo non sia inserito nella lista di paesi pericolosi contenuti nel Decreto Cutro. In seguito allo scoppio dello scandalo, la Lega ha diffuso ben 3 video che riprendono Iolanda Apostolico durante una manifestazione in favore dello sbarco della nave Diciotti carica di migranti nell'agosto del 2018. Salvini e i membri della maggioranza hanno usato queste immagini per accusare la giudice di Catania di imparzialità, chiedendone a gran voce le dimissioni.
D'altro lato, le opposizioni hanno risposto che il Governo non ha il diritto di profilare i magistrati e che la politica non deve immischiarsi negli affari del potere giudiziario. La giudice di Catania non ha alcuna intenzione di dimettersi e ha ricevuto anche la solidarietà dei colleghi. Nonostante ciò, il ministro della giustizia Nordio ha comunicato che ci sono gli estremi per poter appellare la sentenza. Al momento, però, il Governo non ha ancora intrapreso nessuna misura concreta.
Vittorio Sgarbi a ruota libera contro la giudice di Catania
In questi giorni, è stata divulgata un'ulteriore sentenza contraria alle disposizioni del Governo. In questo caso, il giudice ha deciso di non convalidare il trattenimento dei migranti in quanto non sussistono le condizioni che giustificano la violazione della libertà personale dei richiedenti protezione internazionale. Nel dibattito sulla presunta imparzialità di una parte della magistratura italiana, si è inserito anche Vittorio Sgarbi, Sottosegretario alla Cultura del Governo Meloni, che ha espresso la sua opinione nell'ultima puntata di Quarta Repubblica.
Vittorio Sgarbi ha spiegato a Nicola Porro che "uno che manifesta contro il Governo o per principi diversi da quelli della legge non può fare il magistrato". Infatti, ha detto Vittorio Sgarbi, "politica e magistratura sono due mondi distinti" e le decisioni di un magistrato non possono trasformarsi in un atto politico. "Chi si esibisce in quel modo deve fare politica" in quanto "sono posizioni schierate con partiti o orientamenti che escludono la terzietà". Secondo Sgarbi, ciò "vuol dire che è partito con un a priori che va al di là del fatto che lui sta esaminando ed è un principio che precede la sentenza". "Questo non è accettabile, per cui questa signora che era in piazza non può continuare a fare il magistrato, occorre che Nordio e un ispettore le dica vada a fare qualcos'altro", ha spiegato Vittorio Sgarbi.
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