Università a numero chiuso, gli studenti ci sperano: un cambiamento è davvero possibile?

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Università, proteste contro il numero chiuso per la facoltà di Medicina: cosa sta succedendo e perché questo rappresenta una buona notizie per gli studenti e le studentesse italiane

La difficoltà di accedere ai corsi di medicina in Italia è una questione di lunga data. La facoltà di Medicina è, in particolare, come tutti sanno, quella più proibitiva tra le facoltà a numero chiuso. Ciò significa che, su migliaia e migliaia di richieste che arrivano ogni anno da tutt'Italia, il numero di posti disponibili risulta essere assai limitato, stabilito dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR). E, di conseguenza, moltissimi candidati spesso rinunciano al corso di laurea in Medicina, mettendo, quindi, nel cassetto, il sogno di indossare il camice bianco. O accontentandosi di lauree affini, altrettanto valide, naturalmente, che però non soddisfano il reale desiderio originario di diventare medico.

Per questo disagio crescente, tanti cittadini si stanno mobilitando per cambiare il corso delle cose. E istituire anche a Medicina, finalmente, l'accesso libero ai corsi di laurea.
La protesta sta partendo da Napoli, dove, proprio nella giornata di oggi, si è svolta una manifestazione per dire 'no' al numero chiuso di Medicina. E qualcosa sembra che davvero si stia muovendo.

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Una delle sedi principali dell'Università di Napoli Federico II

Università, le proteste contro il numero chiuso per la facoltà di Medicina

Uno studio legale,  Leone, Fell&C, ha lanciato una petizione per abolire il numero chiuso alla facoltà di Medicina. E, in poco tempo, la petizione ha raggiunto già le 50mila firme. Una risposta importante, che testimonia, evidentemente, la voglia di cambiamento che c'è nell'aria. Una proposta presa particolarmente di buon grado, peraltro, a Napoli e in Campania, per un motivo ben preciso: la mancanza di personale in molti degli ospedali della città e dell'intera Regione.

La carenza di camici bianchi a Napoli

E' Napoli a soffrire maggiormente di questa criticità: presidi ospedalieri di grande utilità per interi quartieri, sono ancora oggi scarsamente operativi proprio perché i concorsi di assunzione risultano, di fatto, deserti. In particolare per lavorare nei Pronto soccorso, reparti di prima urgenza, molto impegnativi per i medici. Costretti a fronteggiare mille criticità, tra cui anche la violenza di cui spesso i camici bianchi sono destinatari, da parte delle famiglie dei pazienti.

Nella giornata odierna si è tenuto un presidio di protesta a piazza Garibaldi, la più centrale della città, in cui si sono riuniti tutti coloro che, tra studenti e familiari, hanno subito il disagio della non ammissione al test dell'università. Un piccolo, primo passo verso quella che è al momento solo una richiesta, una speranza. Ma la risposta dei cittadini, proprio perché così massiccia, potrebbe davvero cambiare il corso delle cose. In Campania, la Regione ha già approvato una legge proprio per l'abolizione del numero chiuso e delle prove di selezione. Di fatto, però, le cose non sono cambiate, ma un primo passo è stato fatto.

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