Una squadra tedesca dice no ai procuratori: "Non trattiamo con loro"

Nel calcio moderno la disaffezione legata al continuo cambio di squadra dei calciatori prende sempre più piede. Spesso il gioco più bello del mondo non è più alimentato da passione e voglia di gratificare i tifosi ma è sempre più legato a logiche legate alla forza del denaro. Pur guadagnando già tanto infatti i calciatori decidono di accettare offerte sempre più ricche anche se provengono da campionati minori che rappresenterebbero per loro un passo indietro. Un fenomeno che abbiamo imparato a conoscere ancora meglio questa estate quando le squadre del campionato dell'Arabia Saudita hanno fatto incetta di campioni dai vari campionati europei.

Ma in questa nuova epoca c'è una squadra che ha deciso di andare contro queste logiche. Si tratta del St. Pauli, formazione militante nella seconda divisione tedesca. La squadra ha diramato un comunicato in cui ha annunciato l'intenzione di non voler trattare più con i procuratori per l'acquisto dei calciatori da inserire nel proprio settore giovanile. 

Il St. Pauli dichiara guerra ai procuratori

Secondo molti sono il male del calcio. Da sempre i procuratori sono figure controverse nel mondo del pallone, capaci a volte di diventare addirittura più conosciuti e famosi dei calciatori stessi. Oramai sin da piccoli i genitori decidono di dotare i propri figli di un procuratore, con l'intento di condurre i giovani calciatori in settori giovanili importanti. Molto spesso i club sono costretti a trattare con i procuratori anche solo per tesserare un giovane di 10 anni al fine di strappare il miglior accordo possibile. Il volano di questo nuovo modo di fare è ancora una volta quello del denaro. Ma il St. Pauli non ci sta. La squadra con sede ad Amburgo, città nel nord della Germania, ha annunciato che non tratterà con nessun procuratore per ingaggiare i giovani atleti. La motivazione quella che secondo un calcio diverso è ancora possibile.

Si può ancora cambiare?

Il St. Pauli si sta chiaramente posizionando contro la capitalizzazione del calcio giovanile. A trovare riscontro in questa affermazione ci sono le parole diffuse attraverso un comunicato dal club:  "Vogliamo dialogo cooperativo con i giocatori, le loro famiglie e l'ambiente personale - spiega il direttore sportivo della squadra -  ciò significa che in futuro ci sarà un approccio uniforme verso tutti i giocatori e le loro famiglie, che solitamente sono di cruciale importanza per lo sviluppo continuo e, soprattutto, sostenibile dei giovani calciatori". Un cambio di passo che la formazione tedesca spera di poter portare avanti magari trainando anche altre squadre. Ovviamente la volontà di non trattare con i procuratori non si applicherà nella prima squadra, trattandosi di calciatori professionisti.

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