A breve sarà convertito in legge il decreto "Asset": l'articolo sugli extraprofitti delle banche ha subito profonde modifiche.
Alla fine, il governo Meloni ha deciso di allentare la stretta sulle banche. Il provvedimento sugli extraprofitti degli istituti di credito, infatti, è stato profondamente modificato rispetto alla versione originale. Inizialmente, la norma prevedeva una tassa del 40% sui profitti miliardari delle banche cresciuti in seguito all'aumento dei tassi d'interesse da parte della Bce. In particolare, la tassazione riguarda la differenza del margine di interesse maturato nel 2023 rispetto al 2021. La tassa, in ogni caso, non poteva superare lo 0,1 % del totale degli attivi dell'istituto di credito.
Sin da subito, la tassazione extra delle banche ha generato diverse polemiche, anche all'interno della maggioranza. Difesa a spada tratta dalla premier Giorgia Meloni e dal vicepremier Matte Salvini, l'altro vicepremier Antonio Tajani ha subito annunciato che la norma avrebbe dovuto essere modificata. Le opposizioni, sia il PD che il Movimento 5 Stelle, invece, hanno accusato il governo di essersi appropriato di una loro iniziativa. Il provvedimento, però, è stato bocciato dalla Bce, in quanto aumenterebbe la sfiducia degli investitori nei confronti degli istituti di credito e l'incertezza.
La nuova versione della tassa sugli extraprofitti delle banche
Insomma, alla fine, in seguito alle pressioni provenute anche dagli stessi istituti di credito, il provvedimento, durante la discussione in Senato, è stato profondamente modificato. Innanzitutto, il pagamento della tassa allo Stato da parte delle banche è diventato facoltativo. Gli istituti di credito, infatti, possono decidere non pagare l'imposta. In questo caso, però, devono destinare un importo maggiorato al rafforzamento del proprio patrimonio. In particolare, la maggiorazione sarà di due volte e mezzo. Se da un lato il provvedimento è diventato facoltativo, inoltre, l'importo massimo della tassa è stato aumentato dallo 0,1 al 2,6 per cento degli attivi. L'Antitrust avrà il compito di verificare che le banche non scarichino gli oneri di questa misura sui clienti.
In seguito a questi aggiustamenti, i titoli in Borsa dei principali gruppi bancari italiani hanno registrato una lieve crescita. "Ieri in Senato in commissione è stato approvato un testo che migliora quello originale", ha dichiarato Antonio Tajani, dichiarandosi "soddisfatto" del risultato raggiunto. Le regole, secondo il segretario di Forza Italia, bisogna scriverle bene e "non bisogna dare l'idea che noi (Italia, ndr) tassiamo a rotta di collo". Tuttavia, ciò che non risulta chiaro è quanto lo Stato effettivamente riuscirà a incassare da questa tassa. Siccome è facoltativa, infatti, le banche potranno rifiutare di versarla. In base alla prima versione, il Governo prevedeva di ottenere circa 3 miliardi di euro da investire sui mutui per le prime case e per il taglio delle tasse. Ora, invece, la cifra si abbasserà di molto, anche se non ci sono ancora stime attendibili sui possibili guadagni da parte dello stato.
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