Nagorno-Karabakh, la storia del conflitto fino ai giorni nostri: cosa c'è da aspettarsi

Nagorno-Karabakh, la storia del conflitto fino ai giorni nostri: cosa c'è da aspettarsi

In questi giorni, si è riacceso il conflitto in Nagorno-Karabakh: ecco cosa c'è da sapere sulla storia del conflitto e il suo futuro.

In seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, la geopolitica è diventata una moda. Tutti si sentono in diritto di sentenziare su qualsiasi argomento di politica internazionale. Il rischio, ovviamente, è che si crei solo tanta confusione. E' un po' quello che stiamo osservando in questi giorni con il Nagorno-Karabakh. Cerchiamo, quindi, di fare un po' di chiarezza, senza pretendere di essere esaustivi, ma fornendo un minimo di contesto che possa aiutare a comprendere cosa stia effettivamente accadendo in questa regione del mondo.

La storia del conflitto in Nagorno-Karabakh

Il Nagorno-Karabakh, come dice anche il nome, è una regione montuosa che si trova nel Caucaso del Sud. Questa regione è ufficialmente parte integrante del territorio dell'Azerbagian. Tuttavia, al suo interno vi ci abita una minoranza armena. Alcune stime parlano di circa 120.000 armeni etnici. Il Nagorno-Karabakh, infatti, si trova proprio al confine con l'Armenia.

Le radici del conflitto in Nagorno-Karabakh risalgono almeno a 100 anni fa, anche se la convivenza tra armeni e azeri nella regione non è mai stata pacifica. Nel 1923, le autorità sovietiche, infatti, per risolvere la questione, decisero di assegnare questa regione montuosa alla Repubblica Socialista Sovietica dell'Azerbaigian. Alcuni storici ritengono che i vertici dell'URSS abbiano preso tale decisione per creare delle repubbliche miste in cui non ci fosse un'unica etnia per complicarne eventuali progetti secessionisti dall'Unione Sovietica.

Nel 1991, con la caduta dell'URSS, tuttavia, il conflitto, solamente congelato dalla convivenza pacifica tra le diverse etnie dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, si riaccese. In Nagorno-Karabakh si tenne un referendum per l'indipendenza dall'Azerbaigian a cui votò a favore il 99,8% dei votanti. Nacque così la Repubblica autonoma del Nagorno-Karabakh, che non è mai stata riconosciuta da nessun paese al mondo, neanche dall'Armenia. L'Azerbaigian, però, non accettò l'esito della consultazione e tentò di riconquistare il territorio del Nagorno-Karabakh con la forza. Scoppiò, quindi, la prima guerra del Nagorno-Karabakh che durò circa 2 anni e fece circa 30 mila morti. L'Azerbaigian non riuscì a riconquistare il territorio perso, ma non abbandonò mai le sue intenzioni. Scaramucce tra i due eserciti continuarono negli anni, finché nel settembre 2020 con la guerra dei 44 giorni l'Azerbaigian, superiore da un punto di vista strategico e militare grazie al supporto di Turchia e Israele, riconquistò buona parte del Nagorno-Karabakh. La guerra si concluse grazie alla mediazione della Russia che con una forza di pace di circa 2.000 uomini avrebbe dovuto garantire l'esecuzione dell'accordo raggiunto dalle parti.

Gli ultimi sviluppi del conflitto 

Tuttavia, in violazione di questo accordo e dei diritti umani, l'Azerbaigian ha progressivamente violato il cessate il fuoco e peggiorato le condizioni di vita della popolazione armena del Nagorno-Karabakh. A partire dal dicembre 2022, le autorità azere hanno bloccato il corridoio di Lachin, l'unico collegamento tra l'Armenia e la regione montuosa che consentiva il rifornimento di carichi umanitari e cibo, scaturendo una crisi umanitaria. Negli ultimi giorni, le autorità azere hanno lanciato un'operazione militare in violazione degli accordi raggiunti tra le parti. Dopo 24 ore di bombardamenti, le autorità armene del Nagorno-Karabakh hanno gettato le armi e si sono dichiarate aperte a dialogare con il governo centrale. Nel frattempo, la popolazione civile ha iniziato a rifugiarsi nelle basi del contingente russo.

Nagorno-Karabakh, la storia e le radici del conflitto: cosa c'è da aspettarsi in futuro
Gli armeni del Nagorno-Karabakh si sono rifugiati nell'aeroporto della città principale dopo la notizia della resa

La paura per possibili ritorsioni da parte delle autorità azere è alta. E' possibile che gli armeni del Nagorno-Karabakh compiranno un esodo in Armenia. In questo caso, si può affermare che l'Azerbaigian, paese da cui acquistiamo gas e a cui vorremmo vendere armamenti, ha messo in atto una vera e propria pulizia etnica. Tuttavia, nulla è ancora stato deciso. Le aspettative per i colloqui tra le autorità armene del Nagorno-Karabakh e le autorità di Baku sono molto basse. L'Armenia non ha nè l'intenzione nè la forza di intervenire militarmente per aiutare il suo popolo. La Russia, che avrebbe dovuto garantire il cessate il fuoco, è rimasta a guardare e non sembra intenzionata a cambiare atteggiamento. L'Unione Europea e gli Stati Uniti, sebbene si siano sbilanciati a favore dell'Armenia, hanno ammonito solo a parole e in modo ambiguo le autorità azere. Per questo, il futuro degli armeni del Nagorno-Karabakh potrebbe essere molto difficile.

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