A chi finisce la casa in usufrutto, quando l'usufruttuario muore? Cambia qualcosa se quest'ultimo ha degli eredi, oppure se il proprietario dell'appartamento è in vita o meno? Ecco tutti i dettagli.
Per 'casa' si intende, principalmente, un edificio, o un appartamento all'interno di un edificio, nel quale le persone abitano, da sole o in compagnia di altre persone. 'Abitare' significa, prima di tutto, pernottare all'interno dell'appartamento, ma anche provvedere ai propri bisogni, ad esempio cucinando o andando in bagno, o svolgere attività quotidiane come fare la lavatrice, stirare i vestiti, fare le pulizie etc.
Ci sono diversi 'modi' per abitare in una casa, e ognuno di questi è disciplinato dalla legge. Le persone possono, infatti, prendere un appartamento in affitto, oppure acquistare una casa. C'è, poi, un'altra modalità, disciplinata dal Codice Civile italiano, dagli articoli compresi tra il 978 e il 1020, e cioè nell'intero Capo I del Titolo V del Libro Terzo. Per 'usufrutto', si intende un diritto reale minore, goduto dall'usufruttuario, su un bene di proprietà di un altro soggetto, e cioè il nudo proprietario. A differenza dell'affitto, si parla esplicitamente della possibilità, per l'usufruttuario, di godere dei frutti che lo stesso può produrre. L'usufruttuario non può, però, cambiare destinazione economica al bene di cui gode questo diritto.
Casa: cosa succede se l'usufruttuario muore? Ecco a chi va l'appartamento
Angelo Greco, noto avvocato italiano e direttore della pagina La Legge per Tutti, ha recentemente analizzato un particolare caso, che riguarda proprio l'usufrutto di una casa. In particolare, in un recente video pubblicato su TikTok, Greco ha rivelato cosa succede quando l'usufruttuario di un'abitazione muore. In particolare, a chi finisce la casa? Il legale ha analizzato anche il caso in cui l'usufruttuario abbia degli eredi, e il proprietario originale sia morto. Cosa succede in questi casi?
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Ebbene, per avere la risposta basta leggere l'articolo 979 del Codice civile. "La durata dell'usufrutto non può eccedere la vita dell'usufruttuario", si legge nel suddetto articolo. Questo significa, pertanto, che si può stabilire un termine determinato nel Contratto di usufrutto, ma anche non stabilirlo. Nel caso in cui non si stabilisse, verrà considerata automaticamente la morte dell'usufruttuario. Qualora il proprietario fosse morto, saranno gli eredi del proprietario a godere del diritto alla casa. Agli eredi dell'usufruttuario, spiega, invece, Greco, non andrà alcun diritto.
Nel caso in cui l'usufrutto venga goduto non da una persona fisica, ma da una persona giuridica, e cioè, ad esempio, un'azienda o un altro ente, l'usufrutto costituito a suo favore non potrà, in ogni caso, durare più di trent'anni. A un certo punto, dunque, il diritto di proprietà tornerà al proprietario o, per l'appunto, ai suoi eredi.
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