martedì, Ottobre 3, 2023
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Mercato libero, non sempre le tariffe sono convenienti: ecco perché

Il tempo per il mercato tutelato sta per scadere. Il 10 gennaio 2024 diventerà la fine per tutte le tariffe in mercato tutelato, lasciando campo a quelle del mercato libero. Una convenienza, no? In realtà non sempre è così, dal momento che le tariffe nell'ultimo anno non sempre erano così convenienti rispetto a quelle del mercato tutelato. Per questo occorre fare attenzione.

La liberalizzazione dei contratti energetici è ormai iniziata da diversi anni, se non decenni. Con la Legge Bersani il mercato libero è praticamente esploso nelle nostre bollette, con continue offerte ribassate pur di compiacere il cliente. Ma non sempre c'è la convenienza dietro una delle loro tariffe. Per quanto gli indicatori siano favorevoli, ci sono casi in cui le tariffe del mercato libero sono peggiori rispetto a quelle del futuro ex mercato tutelato.

Quando le tariffe del mercato libero non sono convenienti

Le bollette differiscono sempre tra loro per via degli oneri di trasporto e di fornitura, oltre che per la componente energia. Componenti che in servizio tutelato si cerca di ridurre, ma se vivi un periodo in cui il gas non fa altro che aumentare, come servizio tutelato sei costretto a sottostare alle indicizzazioni dell'ARERA. Aggiornati ogni trimestre, se sei in mercato tutelato non hai scampo: la bolletta dipende da quello. Uno dei vantaggi tanto propagandati del mercato libero è anche in questo: non avere l'indicizzazione ARERA. Per questo il mercato libero può fare il prezzo che vuole, come ricorda un utente di Twitter.

Può anche succedere di ritrovarsi con offerte a mercato libero meno vantaggiose rispetto a quelle del tutelato. Quest'ultimo caso accade quando si passa per lo stesso fornitore, se disponibile in entrambi i mercati. La stessa ARERA, nel report del primo semestre 2023, ha notato che "oltre metà dei clienti rimane con il suo fornitore “storico” quando passa al mercato libero". Fornitore che non conviene: "[l'offerta di] un contratto di libero mercato con lo stesso venditore, che esercisce anche la maggior tutela, è molto elevata e continua a mantenersi al di sopra del 50%”.

La tariffa da mercato libero non conviene se non si ha capacità di scelta, e soprattutto se si opta per misure "poco trasparenti", come le tariffe multiorarie o variabili. La proposta punta alla tariffa oraria più bassa, ma il contratto può giocare nel farti spendere di più in una ad alto consumo. Così come giocare sulla variabile per non mettere alcun tetto al prezzo del kWh, e aumentare la tariffa anche col PUN ribassato. Malgrado tutto, se si evitano queste particolarità, il risparmio è ancora garantito almeno al 15% rispetto al tutelato.

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