Puglia, uno scontrino postato sui social dall'ex sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, prova a fare chiarezza sul caro prezzi di cui la regione è stata accusata quest'anno. E' davvero così costoso andare in vacanza nel tacco dello Stivale?
Un'estate di polemiche accese, quella che si appresta a terminare, intorno a un tema in particolare: il
caro vacanze. Definiamolo così: coniamo una nuova espressione per definire le
ferie salatissime (e non solo per il mare) degli italiani. Costretti a sborsare cifre forse mai viste prima per trascorrere una vacanza nel proprio Paese. Chi voleva risparmiare ha optato per mete più economiche, come l'
Albania (e di italiani oculati quest'anno ce ne sono stati proprio tanti, a giudicare dallo
sfottò che il premier albanese ci ha indirizzato). Chi, invece, ha preferito le splendide spiagge nostrane, ha dovuto
metter mano al portafogli, stando bene attento a non farsi 'spennare' dal caro prezzi che indubbiamente ha caratterizzato questa stagione estiva da noi.
L'estate degli scontrini
Che i prezzi siano cresciuti tanto, e in ogni settore, ce ne rendiamo conto dalla tematica che ha praticamente monopolizzato l'attualità in Italia nell'ultimo mese. Quella, cioè, dei famigerati
scontrini-shock, emessi da alcuni ristoratori, poi additati da tutti come estorsori di denaro. Il motivo? I costi di spesa aggiunti sugli scontrini per richieste che il cliente si sarebbe aspettato vedere soddisfatte
gratuitamente. E invece il taglio del toast sul Lago di Como è costato al turista 2 euro, così come lo stesso prezzo è venuto a fare un piattino in più a tavola in un'osteria in Liguria. Qualcuno sceglie di riderci più, facendo dell'ironia (come
un ristorante di Imperia, che ha emesso uno scontrino-sfottò ai clienti).
Qualcun'altro, invece, non ci sta, e apre alla polemica.
Puglia, l'ex sindaco di Giovinazzo mostra lo scontrino: "Quanto costa pranzare qui da noi"È il caso di Tommaso Depalma, ex sindaco del comune di Giovinazzo, in provincia di Bari, Puglia. Nello scontrino postato da Depalma, si vede il conto finale di una super tavolata composta da 15 persone. Il pranzo, menu fisso, è venuto a costare, a ciascun commensale, 35 euro. Per un totale di 525 euro. Certo, vedere una cifra così alta su uno scontrino fa una certa impressione. Ma è pur vero che a consumare l'ottimo pasto sono stati in parecchi. E pagare 35 euro per un pranzo intero sembra un compromesso piuttosto giusto.
"A Giovinazzo, come in tanti altri posti in Puglia, si può mangiare un buon antipasto di mare, un primo, una frittura centrale, un sorbetto, con frutta o dolce. Si può bere un vino fresco della casa e chiudere con gli immancabili caffè e amari. Pagando un prezzo per 'esseri umani'", specifica Depalma.
Che, però, aggiunge un pizzico di polemica. Quella, cioè, relativa al cibo servito a tavola, che nulla ha a che vedere con i piatti sofisticati e gourmet "che sembrano più dei dipinti che del cibo da gustare". Depalma si riferisce a quelle trasmissioni in cui gli "scienziati" della gastronomia preparano pietanze sicuramente prelibate, ma costosissime. Contenuti televisivi che, secondo l'ex sindaco di Giovinazzo "ci stanno portando fuori strada: un piatto di patate sembra una illuminazione divina, e quattro condimenti messi in croce te lo fanno passare come una composizione verdiana".
"Star mediatiche travestite da chef"
Secondo Depalma, la cucina verace e tradizionale di chi cucina in casa magari in modo più semplice, ma non per questo meno squisito, arriva dritto al cuore di chi mangia. E senza nemmeno perdere troppo tempo a impiattare, come farebbero invece "queste star mediatiche travestite da chef". In luogo dei costosissimi piatti dei "geni stellati", non è meglio la ricetta genuina della nonna? Con questo scontrino, Depalma tenta di dimostrare che nella ristorazione della Puglia si può mangiare bene anche senza "dover fare un mutuo".