sabato, Settembre 23, 2023
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Granchio blu, un disastro o un'opportunità?

Oltre 329 sono le tonnellate di questo granchio blu, una specie di crostaceo che sta rendendo la vita di pescatori e allevatori ittici un inferno. O meglio, quelli che hanno questo crostaceo come nemico principale per i propri allevamenti, o per la propria pesca. In realtà per molti il granchio blu è diventata una vera e propria opportunità, e non tanto da un punto di vista imprenditoriale, ma anche solo del semplice risparmio.

Un parassita non sempre è un parassita. Molte piante e animali considerati pestilenziali per raccolti o allevamenti possono diventare un'occasione per i propri mercati, e anche per la propria tavola. Il caso del granchio blu è curioso: dapprima presentato come un problema per il settore ittico veneto (da qui l'intervista al governatore Luca Zaia sulla raccolta mastodontica di questo granchio speciale), molti imprenditori hanno voluto sfruttarlo sempre nel rispetto dell'ambiente, secondo una produzione eco-sostenibile.

Granchio blu, l'occasione per il settore ittico

Il granchio blu potrebbe diventare un profitto nel lungo periodo, ma questo sta nelle capacità imprenditoriali e nella creatività dei ristoratori. Le carte ci sono per renderlo appetibile e facilmente vendibile anche presso il piccolo consumatore. Non a caso, un utente di Twitter aveva notato come ad oggi, data la sua nomea solo recente, il prezzo del granchio blu è effettivamente più basso rispetto ai più conosciuti crostacei in vendita.

Una proposta intelligente, anche perché il granchio blu non è dissimile dai granchi classici, se non per il prezzo. Sarebbe una proposta valida contro il caro spesa, infatti su Internet ci sono sempre più pagine web relative a come cucinarlo e come prepararlo. Inoltre è facilmente confondibile con una specie nota per i suoi prezzi stellari, oltre che per la sua rarità: la Paralithodes platypus, il Blue King Crab. In America viene consumato solo nei periodi di muta, per questo non è consumabile in maniera abituale. E per questo il prezzo si aggira sui 150 dollari al kg. La sua versione similare invece costerebbe 8,95 euro al kg, il 95% in meno. Una variante che potrebbe essere appetibile per il consumatore medio: un affare per chi vuole venderli in America.

È il caso dell'azienda Mariscadoras, che col suo progetto di pesca sostenibile Blueat ha fatto del granchio blu un'opportunità per il settore ittico danneggiato proprio da questo crostaceo parassita. Con metodi di raccolta e pesca eco-sostenibili, l'azienda ha fatto sì di poter raccogliere facilmente tonnellate di granchi blu e rivenderli negli Stati Uniti. Aprendo così le porte ad un mercato fruttifero, e per nulla anti-concorrenziale nei confronti del Blue King Crab. Il consumatore potrà decidere se acquistare il modello nazionale, pregiato ma caro, oppure affidarsi a quello importato dalle coste venete e romagnole. Ovviamente il granchio blu non è infinito, e nel lungo periodo la quantità comincerà a scemare se la vendita raggiunge dei ritmi velocissimi. Ma intanto con i soldi guadagnati le società potranno ripartire meglio dopo i danni dell'inflazione e del caro spesa.

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