Il numero di migranti che approdano sulle coste italiane continua a crescere di giorno in giorno, acuendo la crisi migratoria. I dati presentati dal Viminale dipingono un quadro non molto rassicurante. I tentativi del governo Meloni per diminuire gli sbarchi.
I rischiosi viaggi in mare su imbarcazioni improvvisate dall'Africa all'Italia sono di nuovo diventati una normalità. I dati pubblicati sul sito del Viminale sono a dir poco preoccupanti. Nei giorni di Ferragosto è stata superata la cifra record di 100.000 migranti sbarcati da inizio anno. Per trovare cifre del genere, dobbiamo tornare nel 2017.
I dati del Viminale sugli sbarchi dei migranti
Il Ministero dell'Interno ha reso pubblici i dati sugli sbarchi dei migranti al 14 agosto 2023. Il prospetto informativo propone un confronto dei dati di quest'anno con quelli dei due anni precedenti. In base a quanto si evince dai grafici, dal 1 gennaio 2023 alle 8:00 di mattina del 14 agosto 2023, ben 99.771 migranti sono sbarcati sulle coste italiane. Nel 2022, il numero di migranti sbarcati in Italia era meno della metà (48.028), nel 2021 ancora più basso (33.881). Considerando le svariate centinaia di migranti che hanno raggiunto le nostre cose in questi ultimi due giorni, è possibile affermare con certezza che da inizio anno l'Italia ha accolto più di 100.000 migranti via mare.

Ad agosto, il giorno più tragico è stato il 10, quando sulle nostre coste sono arrivati ben 1.706 migranti. Il mese con più arrivi da inizio anno è invece luglio, con ben 23.628 migranti accolti. La maggior parte dei migranti proviene da paesi africani (Costa d'Avorio, Guinea, Egitto, Tunisia, Burkina Faso, Mali, Camerun) ma si registrano anche arrivi dalla Siria e dell'Asia (Pakistan, Bangladesh). Circa il 10% dei migranti accolti è minorenne (9.925 persone).

I motivi dell'aumento degli sbarchi
Gli esperti affermano che le favorevoli condizioni climatiche di quest'estate hanno spinto più migranti a tentare di raggiungere le coste italiane. A questo si aggiunge una diversa geografia delle partenze che richiede diverse misure di contrasto. Infatti, mentre nel 2017, altro anno nero per numero di sbarchi di migranti in Italia, la maggior parte delle partenze avveniva dalla Libia, ora il paese prediletto dai migranti per intraprendere il viaggio verso l'Italia è la Tunisia. Di conseguenza, il "memorandum Minniti", firmato dall'allora governo Gentiloni e rinnovato dal governo Draghi, che delegava alla Libia i controlli nel Mar Mediterraneo, è ormai obsoleto. Un memorandum che, però, aveva dato i suoi frutti: il numero di sbarchi è diminuito considerevolmente nel 2018 (23.370) e nel 2019 (11.471). Il dato è poi ricominciato a salire progressivamente, fino ad arrivare alla situazione attuale.
A luglio, Il governo Meloni ha mediato affinché la Tunisia e l'Unione Europea firmassero un memorandum d'intesa per diminuire il numero di sbarchi. Ma ancora si devono vedere i primi frutti. Un accordo che prevede lo stanziamento di più di 100 milioni di euro da parte dell'Europa per rafforzare le capacità in materia migratoria della Tunisia. La destabilizzazione politica del continente africano, però, non agevola la situazione. Il colpo di stato in Niger potrebbe rendere vani gli sforzi delle istituzioni tunisine, italiane ed europee. Nel frattempo, la crisi migratoria continua a peggiorare e le possibilità che tremende stragi, come quella di Cutro, che è costata la vita a quasi 100 migranti, restano drammaticamente alte.
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