martedì, Ottobre 3, 2023
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Italia Viva senza peli sulla lingua: "Calenda non sa nemmeno il nome del gruppo"

Lo scontro all'interno del Terzo Polo si fa sempre più acceso. Il partito di Matteo Renzi accusa Carlo Calenda di non conoscere il nome del gruppo parlamentare di cui fa parte. 

Il duro commento di Italia Viva arriva dopo un intervento del leader di Azione su Rai3. "Io non posso andare via da un gruppo che si chiama anche Calenda. Possono andare via loro. Lo facessero quando gli pare". Queste le parole di Carlo Calenda che hanno indispettito i colleghi del partito di Matteo Renzi.

La lapidaria risposta di Italia Viva non si è fatta attendere. "A differenza di quanto affermato da Carlo Calenda ad Agorà il gruppo non ha il nome di Carlo Calenda. Il gruppo di cui Calenda fa parte assieme ad altri nove senatori si chiama Azione-ItaliaViva-Renew Europe", annunciano fonti interne al partito di Matteo Renzi.

L'intervista di Calenda

Nella puntata di Agorà finita sotto i riflettori, Calenda ci è andato giù pesante a dimostrazione che la frattura tra Italia Viva e Azione è sempre più profonda. Alla domanda se i gruppi parlamentari si scioglieranno, il leader di Azione ha risposto: "Credo di sì, lo ha detto Renzi. Ormai siamo due partiti separati, non ho più voglia di mettermi a discutere con Italia viva, faranno la loro strada e alle europee e noi faremo la nostra".

Calenda ha anche risposto alla polemica sulle cene dei parlamentari di Italia viva con la ministra Santanchè al Twiga. "A me non frega niente di dove vanno a cena i compagni di Renzi, mi interessa se vanno a cena con un ministro di cui si chiedono le dimissioni, così i cittadini non capiscono niente", ha chiarito Calenda.

Calenda ha anche commentato le ultime mosse dell'esecutivo Meloni. Bocciatura completa per la tassa sugli extraprofitti delle banche che, secondo il leader di Azione, produrrà l'effetto opposto. Secondo Calenda, a causa della tassa, le banche presteranno meno soldi e gli investitoti avranno meno fiducia verso gli istituti di credito.

Costruttivo, invece, l'atteggiamento nei confronti del vertice di domani tra governo e opposizione sul salario minimo. "Quello che mi aspetto è che si discuta seriamente di un problema che tocca 3,5 milioni di persone che lavorano e non arrivano a fine mese. Per noi il salario minimo è un principio basilare che c'è nella gran parte dei Paesi europei", ha detto il leader di Azione.

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