Chi perde lo scontrino non perde il diritto di garanzia sui beni acquistati nei negozi: ecco cosa bisogna fare in questi casi, e come far valere comunque i propri diritti da consumatori nei confronti dei negozianti.
La legge italiana prevede l'obbligo di emissione degli scontrini fiscali, mediante l'uso di specifici registratori di cassa, nel caso di vendita di beni o servizi. Dal primo gennaio 2020, inoltre, vige l'obbligo di emettere anche lo scontrino elettronico o telematico. Questo scontrino, invece di essere dato al cliente come la classica ricevuta, prevede la trasmissione dei corrispettivi giornalieri all'Agenzia delle Entrate, per tener traccia delle varie vendite e per evitare l'evasione fiscale.
Lo scontrino ha anche un altro valore per i clienti: esso, infatti, può essere mostrato come prova della vendita effettuata, e può essere utilizzato per esercitare il diritto di garanzia. Come previsto dal Codice del consumo, i consumatori hanno un diritto di garanzia della durata di due anni su ciascuno dei beni acquistati. La garanzia, come abbiamo spiegato anche in questo articolo, vale sui difetti e vizi del prodotto. La garanzia commerciale può, poi, essere estesa sia da un punto di vista temporale che sul tipo di danni coperti.
Negozi: le alternative allo scontrino per far valere il proprio diritto di garanzia
Come abbiamo detto, dunque, lo scontrino può essere utilizzato come prova dell'acquisto. Ma è l'unica prova che abbiamo? Senza scontrino il diritto alla garanzia va in fumo? Per fortuna, no: ci sono altre alternative, delle quali possiamo usufruire in caso di assenza della ricevuta, o anche come prove ulteriori alla ricevuta stessa. A parlarne, in un recente video pubblicato su Instagram, è stato Massimiliano Dona, noto avvocato italiano, esperto di tutela dei consumatori, e presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
Dona ha spiegato che i diritti dei consumatori non svaniscono con lo scontrino, perché il Codice del Consumo non menziona lo scontrino, quanto affronta l'argomento dei diritti del consumatore. Per dimostrare di aver acquistato un determinato bene proprio nell'esercizio commerciale presso cui ci si è recati, i consumatori potranno produrre lo scontrino del Bancomat o un estratto conto della nostra carta di credito, nel caso in cui l'acquisto fosse avvenuto mediante carta di credito. L'avvocato aggiunge, altresì, che la Giurisprudenza ammette persino che la prova della data dell'acquisto, la quale non può superare i due anni, si possa dare per testimoni: in questo caso, dunque, può essere utile portare una persona con sé. I due trucchi sono, dunque, quelli di andare a fare shopping in compagnia e di pagare con la carta di credito: in questi casi, potrete stare tranquilli anche se perdete la ricevuta!
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