martedì, Ottobre 3, 2023
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Perché vedremo i veri effetti del blocco del grano solo dal prossimo anno

La notizia del blocco del grano ucraino da parte di Vladimir Putin avrebbe dovuto far agitare la borsa. E invece niente, ancora il prezzo dei future americani sul grano è rimasto stabile. Questo cosa significa? Che al momento la domanda di grano è soddisfatta, e quindi il costo non subirà grosse modifiche nel breve periodo. E così anche per pasta e pane, che manterranno ancora il loro prezzo, seppur già alto a causa dell'inflazione. I problemi purtroppo verranno più avanti, perché nel lungo periodo è sicura una recrudescenza del caro pane.

Quando avviene un evento del genere, come il blocco del grano ucraino, subito si pensa alla pasta o al pane che andremo a comprare nei prossimi giorni o settimane. Un ragionamento irrazionale, perché quello che andiamo a comprare non è altri che un prodotto finito. Quindi già venduto con dei costi prefissati, tra cui il grano acquistato ad un determinato prezzo. Per questo gli effetti si vedranno più avanti, probabilmente dal prossimo anno, come è successo tra il 2022 e il 2023, quando il prezzo del grano era aumentato, ma non (ancora) quello della pasta. Poi quando aveva cominciato a scendere, il prezzo del pane era ancora rimasto alto.

Gli effetti del blocco del grano sui futures

In molti hanno voluto controllare la fluttuazione in essere dei titoli futures sul Chicago SRW Wheat Futures, ovvero dei contratti a termine di compravendita di grano e frumento ad un prezzo prefissato. E al momento è stabile, anzi più basso rispetto al picco del 22 giugno, quando il prezzo era il 15% sopra l'attuale valore. Ma la notizia è trapelata nelle ultime ore: perché non aumenta visto che col blocco del grano ci sarà minore disponibilità del grano e quindi un'offerta più contenuta rispetto alla domanda?

Perché al momento il mercato non prevede nel breve periodo un rischio per le attuali contrattazioni del grano. Chi compra oggi il grano per lavorarlo in prodotti alimentari pagherà un prezzo prefissato al momento dell'accordo. A quello aggiungerà i costi di produzione e distribuzione, più il margine di profitto. Per questo su certi prodotti come pane e pasta il rimbalzo non è immediato, anche se tra qualche giorno il prezzo del grano aumenta.

Perché gli effetti arriveranno il prossimo anno

L'ipotesi di un rimbalzo del prezzo di pane e pasta dal prossimo anno è basata su quanto accaduto tra il 2022 e il 2023, con i primi blocchi del grano della crisi tra Russia e Ucraina. Anche in quel caso, molti produttori erano preoccupati perché nei mesi successivi il prezzo del grano sarebbe inevitabilmente aumentato, e così sarebbero stati costretti ad aumentare il prezzo del pane e della pasta venduta successivamente per compensare ai costi di inventario.

Ma questo non da subito. Per un periodo il prezzo del pane e della pasta era rimasto invariato, pur essendo già quello del grano ormai in alto. E di contro, con i primi cali del prezzo del grano, quelli di pane e pasta erano rimasti alti: erano stati prodotti e distribuiti con costi di inventario molto alti, il prezzo finale ne ha risentito. A livello di tempistiche, i primi effetti saranno sempre più evidenti da inizi del prossimo anno. È possibile un'anticipazione di questo rialzo verso il quarto trimestre di quest'anno, ma solo se si dovesse paventare l'aumento dei costi della materia energetica, che andrebbero così a incidere ancora prima sul prezzo dei prodotti lavorati.

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