Va bene che c'è l'inflazione, e che in tempi di caro spesa come il nostro il prezzo dei beni alimentari è decisamente superiore rispetto all'anno prima. Ma trovarsi un panetto di burro in vendita a ben 3 euro farebbe raggelare le vene a chiunque. Questa è l'amara scoperta di una signora che, non volendo credere ai propri occhi, ha lasciato ai social l'ultima parola davanti a questa cifra fuori di testa per un panetto di burro.
L'inflazione purtroppo è un diavolo per il medio consumatore. Abituato ad acquistare prodotti e generi alimentari notoriamente a basso costo, il giorno in cui si ritrova il panetto di burro a 3 euro non può non infuriarsi davanti a quest'ingiustizia. Specie se le proprie entrate sono rimaste le stesse dell'anno prima, o peggio si sono affievolite. In molti sui social sono rimasti atterriti da questo aumento della spesa del carrello, con scene a dir poco raccapriccianti: un paio di frutti, qualche cibo inscatolato, e di lato uno scontrino faraonico.
Gli effetti del caro spesa: un panetto di burro a 3 euro
Al momento l'amara sorpresa è solo per chi vuole comprare il burro in Germania. Recente è il post di questa signora, che rende noto al pubblico di Twitter una confezione di burro Allgauer a 3 euro. Va detto che non manca molto al ritrovarsi prezzi del genere in Italia: ad oggi il prezzo medio viaggia intorno ai 2,4 euro al panetto (a seconda della marca). E questo dopo un anno da quando la quotazione del burro alla Piazza di Milano lo dava attorno a 7 euro al kg. Ma con prodotti del genere la colpa è sempre di lei: l'inflazione.
Panetti di burro a 3 euro. 😳#carospesa #Germania pic.twitter.com/VWlfthuoxz
— Jeanne Perego 🥨 (@jeperego) May 6, 2022
In Germania come in Italia si viaggia a tassi d'inflazione molto alti per lo standard al quale siamo abituati: entrambe sono al 6,4%, ben 4,4% punti sopra la media ideale stimata dalla BCE. A queste percentuali è il minimo ritrovarsi con prodotti del genere che valgono il doppio se non il triplo di anni fa. Il problema è quanto durerà questo caro prezzi.
Inflazione in calo, ma non abbastanza
Recentemente l'ISTAT ha confermato un rallentamento dell'inflazione a giugno 2023, grazie al calo dei prezzi dei beni energetici e dei beni lavorati. Eppure come si spiega il ritrovarsi ancora con prodotti del genere, sia in Germania sia in Italia? Perché la decelerazione non è immediata, ma lenta e parziale. Poco alla volta i settori e i beni cominciano a rallentare, ma non tutti, e non in maniera secca. Anzi, in maniera troppo lenta sarebbe addirittura una brutta avvisaglia di un nuovo caro spesa.
Se si vedono i dati degli ultimi mesi, s'era partiti da 11,6% a fine 2022 per arrivare oggi a 6,4%. Seppur sia evidente un dimezzamento, gli esperti temono dei tempi di riduzione più allungati, col rischio di ritrovarci nei prossimi mesi (o anni) a continui rimbalzi, come quello avvenuto ad aprile, senza il quale saremmo ora ad una percentuale più ridotta. Questo infatti dipenderà dall'andamento dei mercati, dei tassi d'interesse, dei prezzi delle materie prime e dei beni essenziali. Se aumenteranno nei prossimi mesi, il caro spesa non finirà, e l'inflazione potrebbe perdurare addirittura fino al 2026.
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