pasta italia

Pasta, rincari in tutta Italia: cosa succede e come possono risparmiare i consumatori? Parla Assoutenti

Il prezzo della pasta è aumentato in tutta Italia, fino a sfiorare i 2 euro e 50 al chilo in alcune città. La segnalazione di Assoutenti

Nel mese di marzo 2023, è stato registrato un rincaro generale dei prezzi della pasta, rispetto all'anno precedente. Assoutenti, l'associazione no profit per la tutela dei diritti dei consumatori, ha rivelato che la città italiana dove la pasta costa di più è Ancona: in media, nel capoluogo delle Marche, il prezzo arriva, infatti, ai 2 euro e 44 al chilo. Nel marzo del 2022, nella stessa città, si spendeva un euro e 93 per la stessa quantità, e cioè il 26,4% in meno. L'incremento più alto è stato registrato, invece, a Siena: nella città toscana, il costo della pasta ha subito un rincaro di ben 80 centesimi al chilo, e cioè del 58,4%. Se l'anno scorso, infatti, si attestava a un euro e 37, adesso è di ben due euro e 17.

Il rincaro è stato registrato da Assoutenti in un periodo in cui, paradossalmente, il prezzo del grano duro italiano sta subendo un netto calo. Nelle ultime settimane si è, infatti, notata una diminuzione generale della quotazione del grano duro in tutte le Borse Merci italiane. Secondo Coldiretti, tali quotazioni sono calate del 30% circa, rispetto all'anno scorso. Inoltre, come dichiarato dallo stesso presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, i prezzi del grano sono, in questo momento, omogenei in tutto il Paese, e si attestano attorno ai 38 centesimi di euro al chilo.

Pasta, rincari in tutta Italia: le parole del vicepresidente Assoutenti

Come mai, nonostante l'ingrediente principale per la preparazione della pasta sia proprio il grano duro, l'andamento dei due prezzi non coincide? È quello che abbiamo chiesto all'Avvocato Gabriele Melluso, vicepresidente nazionale di Assoutenti. Nell'intervista, Melluso ci ha illustrato anche le azioni promosse dalla suddetta APS (Associazione di Promozione Sociale). Azioni che hanno l'obiettivo di far luce su un problema che rischia di avere un effetto decisamente negativo sulla società e sull'economia italiana.

Nonostante, secondo Coldiretti, il prezzo della materia prima sia calato del 30%, rispetto al 2022, noi notiamo dei rincari importanti del prezzo della pasta. Rincari che vanno dal 26% ad Ancona, passando, poi, per altre città importanti come Bologna. Si arriva, poi, ai rincari meno vistosi. E cioè quelli di Cosenza e di altre città del Sud Italia, come Napoli e Bari. Quindi, vediamo un Centro-Nord Italia in cui l’aumento va dal 30 al 50% , mentre al Sud l’aumento c’è, ma si riduce intorno al 10%”, ha dichiarato Melluso, spiegando che la causa di questa differenza è dovuta dall’approvvigionamento delle singole regioni e delle singole città.

Il dossier Assoutenti sui rincari della pasta

Sono delle strategie che non riguardano, sostanzialmente, una verifica dell’Autorità di competenza, o del Ministero di competenza, ma sono delle vere e proprie strategie commerciali. Queste dovrebbero essere contenute, e per tale motivo abbiamo indicato la riattivazione sul caso di Mister Prezzi, che è proprio un ufficio specifico del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il quale ha il compito di verificare se ci sono degli aumenti spropositati o delle speculazioni in essere”, ha sottolineato il vicepresidente.

Assoutenti ha, in effetti, inviato il dossier con i dati sui rincari di cui stiamo parlando in questo articolo al Mister Prezzi e al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. L’obiettivo è quello di accertare la presenza o meno di speculazioni o anomalie atte ad alterare i prezzi al dettaglio della pasta. Ricordiamo che il Garante per la sorveglianza dei prezzi, noto anche come "Mister Prezzi", ha funzione di controllo e verifica, su segnalazione dei cittadini o delle associazioni, per arginare i fenomeni speculativi.

Le norme del Codice Penale

L’Avvocato Gabriele Melluso ha, poi, sottolineato che, in questo momento, non è possibile condannare la speculazione con un reato specifico previsto dal Codice Penale. “Noi chiediamo da anni che la norma di riferimento sul divieto di speculazione possa avere una sanzione o un intervento specifico del Codice, ma per ora non è possibile. Lo avevamo già fatto nel 2020, per l’aumento del costo delle mascherine ai tempi del Covid”, ha spiegato. Melluso, che è anche vicepresidente della sezione campana di Assoutenti (Assoutenti Campania), ha, inoltre, specificato che, proprio nel 2020, è stato creato anche un Osservatorio dei prezzi della regione dell’Italia meridionale.

È stata un’operazione antesignana, quella di creare un Mister Prezzi della Campania, attraverso la Regione e l’Assessorato di riferimento delle attività produttive di allora. Tutte le nostre denunce, però, furono archiviate, poiché il mercato è libero e il commerciante e il fornitore, e tutta la catena di vendita del prodotto, possono variare”, ha dichiarato. L’ente campano, in particolare, era presieduto dall'assessore alle Attività Produttive. È costituito, altresì, dai rappresentanti delle Prefetture, della Guardia di Finanza, dell'Anci Campania, di Unioncamere Campania e delle associazioni dei consumatori.

Una sanzione specifica

In questo momento, l'unica sanzione esistente per questo tipo di problema può essere attivata dalla Guardia di Finanza. L'avvocato Melluso ha, infatti, chiarito che “può essere rilevata quando, tra il prezzo pagato della fornitura e il prezzo venduto al dettaglio, il commerciante o l'operatore economico non dà la corrispondenza giusta. È una verifica che non viene fatta a monte, ma a valle. Può essere, dunque, un percorso lungo. Si deve aspettare addirittura un anno per stare dietro all'operatore economico, al commerciante, all'attività produttiva per andare a verificare se c'è corrispondenza tra la fornitura e la fattura emessa per la vendita del prodotto. Noi chiediamo al Governo un intervento circa una verifica a monte dello stanziamento del prezzo, per verificare se ci siano, nel corso del tempo, delle distorsioni”.

Come risparmiare sul prezzo della pasta? Il consiglio del vicepresidente Melluso

La pasta è tra i beni alimentari più consumati nel nostro Paese. Cosa possono fare, dunque, i consumatori che si trovano ad affrontare un problema importante come il rincaro di un prodotto fondamentale nella nostra dieta? “Ci sono alcuni supermercati, alcuni rivenditori che hanno come policy aziendale quella di mantenere il prezzo negli standard e nei range nazionali. Conviene, dunque, che, nell'orientamento del prezzo, si affidino agli operatori economici e ai supermercati che mantengono, per politica nazionale, un prezzo uguale su tutto il territorio nazionale. Questo può essere un indicatore principale per l'acquisto. Si potrebbe, inoltre, ritornare alle vecchie metodologie di ritornare a fare la pasta in casa, almeno per il tempo utile al Governo per far rientrare questa emergenza, ha consigliato il vicepresidente della sezione nazionale di Assoutenti.

L'avvocato Melluso ci ha, infine, rivelato che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha risposto alla segnalazione dell'associazione. “Il ministro Adolfo Urso e l'onorevole Massimo Bitonci, presidente del CNCU, il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, hanno promesso di impegnarsi a intervenire sul caro prezzi, affinché si possa far rientrare questo spropositato aumento”, ha concluso.

La classifica dei prezzi della pasta divisa per città italiane

pasta
Fonte: Elaborazioni Assoutenti su dati Mimit.

LEGGI ANCHE>>>Collaboratori domestici, buone notizie dall'INPS: arriva la funzione che facilita i datori di lavoro