Dottoressa russa esercita la professione illecitamente in Italia, a Milano: Chiara Squaglia, inviata di Striscia la Notizia, l'ha smascherata
Anche ieri sera è andata in onda la puntata quotidiana di Striscia la Notizia. Il celebre show targato Mediaset va, infatti, in onda dal lunedì al sabato, nella fascia preserale. Anche nel corso della puntata di ieri del tg satirico ideato da Antonio Ricci, e condotto attualmente da Gerry Scotti e Michelle Hunziker, sono andati in onda diversi servizi davvero interessanti e particolari. Tra i servizi maggiormente apprezzati, c'è stato sicuramente quello di Chiara Squaglia.
L'inviata della trasmissione di Canale 5 si è recata a Milano per parlare di una dottoressa che eserciterebbe illecitamente la professione in Italia. Secondo quanto mostrato dall'inviata, la donna si definirebbe "Dottoressa in Cosmetologia", e aggiungerebbe di essersi laureata con lode in Medicina e Chirurgia all'Università statale di Rostov, in Russia. Per fare il medico estetico nel nostro Paese, ha spiegato la Squaglia, servirebbe una laurea in Medicina e Chirurgia e poi un Master o, comunque, un certificato equipollente che testimoni l'avvenuto completamento di un percorso di studi specifico per i medici estetici.
Striscia la Notizia: il servizio di Chiara Squaglia a Milano
Una laurea in Medicina e Chirurgia conseguita in un Paese extra-UE come la Russia, invece, non sarebbe subito valida per esercitare la professione nel nostro Paese. Un titolo di questo tipo, infatti, deve prima passare un iter valutativo, e anche di verifica della conoscenza della lingua italiana e delle normative. "Tant'è vero che questa signora non risulta iscritta all'Albo dei Medici italiani", ha rivelato l'inviata. "Inoltre, la presunta dottoressa pubblicizza, sempre sul suo profilo, lo spazio all'interno dello studio di Milano, a cui si appoggia per fare i suoi trattamenti. Fox eyes, lifting con filo d'oro, russian lips, rinofiller e addirittura rimodellamento glutei" ha dichiarato la Squaglia.
Una collaboratrice dell'inviata ha finto di essere interessata a un trattamento per le "russian lips", in modo tale da entrare nello studio e capirne di più. Secondo quanto mostrato nel servizio, la dottoressa eseguirebbe questi trattamenti all'interno dello studio, e non in un ambulatorio medico. "Questi tipi di trattamenti di medicina estetica devono essere eseguiti in un ambulatorio medico, cioè in una struttura che va a soddisfare requisiti di sicurezza superiori rispetto allo studio medico", ha spiegato il Dottor Massimiliano Gioco, un medico estetico contattato dall'inviata. I rischi per i pazienti della dottoressa, dunque, potrebbero essere davvero importanti.
La fine del servizio
Inoltre, nel servizio si vede che la dottoressa non parla l'italiano e che viene assistita da una sua collega, che traduce ciò che dice. Inoltre, la collaboratrice dell'inviata ha scoperto che il controllo post-trattamenti non viene effettuato dal vivo, ma in videochiamata. "Se ci sono delle complicanze?", ha chiesto la Squaglia, che è entrata all'improvviso nello studio. "Se ci sono complicanze, la dottoressa prende il volo e viene in Italia", ha risposto l'interprete. Il Dottor Gioco ha, però, spiegato che la visita deve essere fatta dal vivo per intervenire tempestivamente, qualora ci fossero delle complicanze. "Non è, quindi, sufficiente una semplice videochiamata o l'invio delle fotografie", ha detto il medico.

L'incontro è stato interrotto, infine, dai Nuclei Antisofisticazione e Sanità (N.A.S.) dei Carabinieri, che hanno fatto gli accertamenti del caso. "Poche ore dopo, i Carabinieri ci fanno sapere di aver provveduto al sequestro di farmaci tipo filler ed altro di provenienza estera, sprovvisti di autorizzazione ad essere utilizzati in Italia. Ci confermano, inoltre, che la signora stava esercitando abusivamente la professione medica in Italia. Il profilo della signora è stato, prontamente, chiuso!", ha dichiarato l'inviata, concludendo il servizio realizzato per Striscia la Notizia sulla dottoressa che esercitava illecitamente la professione a Milano.
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