Stefania Petyx, inviata di Striscia la Notizia, ha dato voce a un imprenditore di Palermo, che ha raccontato una storia particolare
Uno dei servizi andati in onda ieri sera, nel corso del programma 'Striscia la Notizia', ha colpito i telespettatori per la sua singolarità. A parlarne è stata Stefania Petyx, nota giornalista e inviata del tg satirico ideato da Antonio Ricci, che ha raccontato la storia di Pietro Cavallotti, un imprenditore palermitano che, insieme ai cugini, era proprietario di un'azienda che fatturava, a sua detta, circa cinque milioni di euro all'anno. Ora, però, quest'impresa è fallita.
L'inviata della storica trasmissione Mediaset, nota per il suo impermeabile giallo e per essere sempre accompagnata dal suo bassotto, ha raccontato la storia di Cavallotti. "Nel 1998, gli zii e il papà di Pietro vengono processati per Mafia e vengono assolti. Ma, nonostante ciò, il loro patrimonio viene confiscato. Nel 2011, anche Pietro e i cugini vengono processati, perché ritenuti prestanome dei genitori. E anche loro vengono assolti. A loro, però, lo Stato dissequestra e restituisce le aziende. Peccato che non valgano più niente" ha detto la giornalista.
Striscia la Notizia: il servizio di Stefania Petyx
L'inviata del programma di Canale 5 ha spiegato come funzionano le misure di prevenzione antimafia in questo caso e come, alcune volte, il sistema normativo collegato a queste ultime potrebbe necessitare di revisioni. "Sequestri e confische rientrano nelle misure di prevenzione antimafia. In pratica, anche se non hai commesso un reato, lo Stato fa un processo al tuo patrimonio. E se tu non riesci a dimostrarne la provenienza lecita, lo Stato te lo confisca. Se, invece, risulta di provenienza lecita, lo deve dissequestrare e restituire" ha spiegato la giornalista. Tutto normale, sinora. "E qui arriva il problema" ha, però, detto la Petyx "perché durante gli anni del Processo, le aziende sequestrate vengono gestite e amministrate dallo Stato".
A seconda di quanto detto da Cavallotti, lo Stato avrebbe gestito "male" la sua azienda. "Innanzitutto, è stato nominato a gestire un'impresa di metanizzazione un avvocato che non aveva mai operato in quel settore. Sono stati triplicati i costi dell'organo amministrativo, i debiti nei confronti dei dipendenti, dei fornitori, delle banche e dell'erario non sono stati pagati. E questo è avvenuto per Legge. E oggi ci troviamo con una società fallita con milioni e milioni di euro di debiti, mai pagati. Quindi, siamo passati dall'Amministrazione giudiziaria alla Curatela fallimentare. Noi tutto quello che avevamo da dire all'Amministratore giudiziario lo abbiamo rappresentato ai giudici con esposti, attraverso i nostri avvocati. Mettiamo in chiaro che l'Amministratore giudiziario, per lo Stato, ha operato correttamente. Nel pieno rispetto della Legge" ha raccontato Cavallotti.
Questione di Legge e di risarcimento
Secondo quanto detto dall'inviata, "il problema è che è fatta male la Legge". La Petyx ha aggiunto, poi, che quello dei Cavallotti non è l'unico caso del genere. "Lo Stato si è sostituito agli imprenditori, volendo fare impresa. Cosa non è andato?" ha chiesto l'inviata a Pino Maniaci, direttore di Telejato. "Gli Amministratori giudiziari" ha risposto Maniaci, aggiungendo "Prima per la non preparazione, ovviamente, e poi per incarichi dati a iosa a qualcuno più raccomandato di altri. È stata scoperta la pentola, ma c'è tanto ancora da approfondire". "Perché ne stiamo parlando, amici" ha dichiarato l'inviata "perché queste persone, assolte e quindi innocenti, adesso si ritrovano le aziende fallite per colpa dello Stato. Incredibilmente, però, lo Stato non ha previsto per loro alcun risarcimento".
A questo punto, la Petyx ha chiesto l'aiuto di Jimmy Ghione, che ha interpellato direttamente la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, l'Onorevole Matilde Siracusano. "Su una cosa dovremmo essere tutti d'accordo: l'istituzione di un Fondo per il risarcimento delle imprese dissequestrate. Perché, quando arrestano ingiustamente una persona, lo Stato ti garantisce un risarcimento per ingiusta detenzione. In questo caso, invece, non è previsto un risarcimento!" ha detto la Sottosegretaria. Si attendono, dunque, aggiornamenti su questa situazione.
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