lunedì, Marzo 27, 2023
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Le Iene, un grande scultore italiano rischia di perdere la cosa più importante: "È a causa dei preti francesi"

Uno dei più grandi scultori italiani viventi rischia di perdere la cosa alla quale è più affezionato: il servizio de Le Iene spiega perché

Nel corso della puntata de Le Iene, andata in onda ieri sera su Italia 1, i conduttori Belén Rodríguez e Max Angioni hanno introdotto un servizio che ha fatto discutere molte persone. Roberta Rei, nota inviata della trasmissione Mediaset, ha intervistato uno dei più grandi artisti italiani in vita, lo scultore settantaseienne Bruno Liberatore. Sfortunatamente, l'intervista non è stata realizzata solo per celebrare la sua carriera, ma anche per rendere noto un disagio che l'uomo sta vivendo negli ultimi tempi.

"Bruno Liberatore è uno dei più grandi scultori italiani viventi. Co-autore della scultura 'La Resurrezione', commissionata da Papa Paolo VI, e oggi esposta in Sala Nervi in Vaticano. Le sue opere hanno girato il mondo, tanto da riempire uno spazio a lui dedicato, nientepopodimeno che al Museo Ermitage di San Pietroburgo. All'età di 76 anni, ha un solo desiderio: morire nello studio dove ha creato tutte le sue opere negli ultimi 50 anni, e che tra poco sta per perdere per sempre" ha spiegato Roberta Rei.

Le Iene: il servizio di Roberta Rei su Bruno Liberatore

La giornalista del celebre programma Mediaset ha intervistato lo scultore nel suo studio, proprio il giorno in cui quest'ultimo avrebbe dovuto abbandonarlo. "A sfrattarlo è l'organizzazione religiosa dei Pii Stabilimenti della Francia, proprietari di chiese e palazzi a Roma, e posti sotto la tutela dell'Ambasciata francese presso la Santa Sede" ha spiegato la Rei, prima che lo stesso scultore iniziasse a raccontare quanto accaduto negli ultimi tempi.

"È successo che hanno rotto delle sculture mentre facevano dei lavori. E, devo dire, che in quel momento scadeva il contratto d'affitto" ha dichiarato lo scultore. Come spiegato dalla Rei, lo sfratto, ufficialmente, è per finita locazione. "Ma, coincidenza vuole che, proprio nelle settimane precedenti, durante alcuni lavori di ristrutturazione dell'immobile, succede qualcosa di brutto a quattro opere che Bruno Liberatore aveva lasciato in terrazza" ha raccontato.

Lo scultore ha mostrato una sua opera che, a quanto pare, si sarebbe rotta nel corso dei lavori di una ditta chiamata dalla proprietà francese. "I lavori autorizzati della Sovrintendenza non comprendevano il rifacimento del pavimento della terrazza e, per questo, Bruno ha lasciato lì, tranquille, quattro sculture" ha spiegato la Rei. Sfortunatamente, però, la ditta sarebbe intervenuta, a detta dello scultore, anche dove non avrebbe dovuto e, così, avrebbe rotto le opere.

Il racconto del grande scultore italiano

Un perito dei Musei Vaticani ha valutato un danno di 3 milioni e mezzo di euro per le quattro sculture rotte. Liberatore ha raccontato, però, che la ditta gli avrebbe risposto che le sculture erano già rotte prima dei loro lavori, e che questi ultimi non c'entravano nulla. E, subito dopo, gli è arrivato lo sfratto perché il contratto di locazione era scaduto. "Andare via è la fine della mia vita. Mi hanno detto di togliere tutto perché avrebbero buttato tutto. Io ho detto che quelle opere le avrei lasciate lì" ha raccontato Liberatore. Quest'ultimo, sebbene avesse già svuotato tre ambienti dello studio, ha dichiarato di non avere intenzione di spostare le quattro opere rotte.

Alcune delle opere distrutte (Fonte: Le Iene).

"Ad oggi, nessuno si è assunto la responsabilità della rottura delle opere, ma la ditta incaricata dei lavori che dice?" ha chiesto la giornalista, che ha cercato di mettersi in contatto con il titolare della ditta. Nonostante le sue telefonate non avessero ricevuto risposta, la Rei ha incontrato un uomo, che ha dichiarato di far parte della ditta. La sua risposta non è stata per nulla carina.

La conclusione del servizio de Le Iene

"Quella m***a che stava lì? Io li ho visti i cosi. Le statue erano una robaccia" ha dichiarato l'uomo che, però, ha detto di non aver rotto le sculture. "Già erano brutte da loro, rotte erano ancora più brutte" ha aggiunto. Comunque, la ditta si è dichiarata estranea ai fatti. Inoltre, i Pii Stabilimenti di Francia non hanno risposto alle domande della giornalista de Le Iene. Infine, Roberta Rei ha chiesto di parlare con l'Ambasciatrice francese, ma le è stato detto di inviare una mail per fissare un appuntamento.

"Nella speranza di un cambio di rotta dei francesi, il Codacons, che assiste legalmente lo scultore, ha chiesto nel 2021 al Ministero della Cultura che Bruno Liberatore conseguisse una dichiarazione di interesse culturale, con riferimento al suo studio da artista. Cosa che avrebbe reso lo sfratto più difficile, ma la Soprintendenza non ha mai risposto" ha raccontato la Rei. Anche il Sottosegretario alla Cultura, l'on. Vittorio Sgarbi, ha dichiarato questa dichiarazione potrebbe aiutare lo scultore.

Intanto, Bruno Liberatore ha dichiarato di non aver intenzione di firmare il rilascio dei locali. Inoltre, ha mostrato una lettera ricevuta da Papa Francesco I, il quale ha detto di apprezzare la sua sensibilità spirituale e la sua Arte. "Possiamo dire che il Papa riconosce la tua creatività e i Preti francesi no" ha detto la Rei. Per fortuna, l'Assessore al Patrimonio del Comune di Roma, Tobia Zevi, ha dichiarato che, nel caso in cui lo scultore fosse sfrattato, sarà aiutato dall'ente a trovare un altro studio adatto a lui.

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