Striscia, la scoperta di Rajae Bezzaz è terribile: "Ecco cosa iniettano agli ospiti del Centro immigrati di Milano"

Rajae Bezzaz, inviata di Striscia la Notizia, continua le sue indagini all'interno dei Centri di permanenza per i rimpatri italiani

In un articolo recente, che potete leggere qui, abbiamo parlato di un servizio di Rajae Bezzaz, inviata di Striscia la Notizia, che ha fatto molto discutere per l'argomento trattato. In quel servizio, l'inviata della trasmissione in onda su Canale 5, ha intervistato alcuni ex ospiti di un CPR (Centro di Permanenza per Rimpatri) del Sud Italia, i quali hanno condiviso le loro assurde esperienze di permanenza in quel luogo. "Hanno preso i miei beni, sequestrato il telefono e lì avevo già capito che ero dentro un lager. Poi non ti chiamano nemmeno per nome, ma per numero" ha raccontato uno degli ex ospiti del CPR di Palazzo San Gervasio. Per chi non lo sapesse, Il Centro di permanenza per rimpatri è un luogo in cui i cittadini stranieri in attesa di espulsione vengono trattenuti prima dell'effettivo rimpatrio.

Ispirata da questa storia, l'inviata del tg satirico ideato da Antonio Ricci ha deciso di approfondire la questione "CPR". Ha cercato, infatti, di capire se e in quali altri centri accadono cose simili. Da Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, la Bezzaz si è spostata nel capoluogo lombardo. Lì ha intervistato Ismail Maher, ex operatore del Centro di permanenza per i rimpatri di Milano, in via Corelli. Maher, a quanto detto dalla Bezzaz, avrebbe lavorato per due mesi nel centro in questione, poi se ne sarebbe andato "dopo averne viste troppe". Vi avvisiamo che quella che state per leggere è una testimonianza non confermata e, per questo, vi invitiamo a non prendere quanto raccontato per scontato e sicuro.

Striscia la Notizia: il servizio di Rajae Bezzaz

"Noi vedevamo ogni giorno ospiti che entravano, ai quali venivano, purtroppo, iniettati degli psicofarmaci. Quando non serviva, quando non ne avevano bisogno" ha spiegato Maher. Spesso, ha dichiarato, gli psicofarmaci sarebbero stati iniettati per cause disparate come "mal di pancia, mal di testa, semplici influenze". "Aumentando la dose, aumentano anche le crisi di astinenza. Aumenta il rischio per il personale che lavora dentro, aumenta il rischio che si verifichino rivolte, che avvengano suicidi, come è già successo" ha aggiunto.

"La situazione, così, è sempre drammatica. Molto violenta all'interno del CPR, per chi lavora, per le Forze dell'Ordine, per i ragazzi stessi" ha confessato Maher, spiegando che alcuni ospiti si sarebbero anche ribellati, opponendosi alla somministrazione degli psicofarmaci. Questi ultimi, però, sarebbero stati minacciati dal personale del Centro, i quali avrebbero detto loro che non gli avrebbero dato da mangiare. O, in aggiunta, che non gli avrebbero permesso di utilizzare i soldi inviati dalle famiglie.

Rajae Bezzaz intervista Ismail Maher (Fonte: Striscia la Notizia).

"Ho segnalato qualsiasi violazione dei diritti umani che ho vissuto o visto. Queste segnalazioni sono sempre state negate", ha detto Ismail Maher, aggiungendo che avrebbe molto piacere nel parlare con il gestore del CPR, mentre si fa riprendere dalle telecamere. Secondo quanto detto dalla Bezzaz, anche in altri centri italiani, dal Sud al Nord Italia, succederebbero cose di questo tipo. L'inviata ha restituito la linea con una domanda. "Sarà solo un caso che il CPR di Milano è gestito dalla stessa ditta salernitana che ha vinto l'appalto anche per il CPR di Palazzo San Gervasio?" ha chiesto. Attendiamo aggiornamenti.

LEGGI ANCHE>>>Striscia la notizia, Rajae Bezzaz in visita a Napoli: quello che non sapevi sulla 'Chiesa di Maradona'