Salario minimo (nel vero senso della parola): il vergognoso annuncio di lavoro che indigna l'Italia

Il caso che indigna l'Italia: per un posto di grande responsabilità il salario offerto è da fame. Succede in Calabria, e la polemica attraversa tutto lo Stivale

In questi giorni nel dibattito pubblico in Italia torna il tema del salario minimo. Una realtà che la nostra Penisola ancora non conosce, ma di cui tuttavia si dibatte per le proposte avanzate di recente da parte dell'opposizione politica al Governo di Giorgia Meloni. E' il Pd a promuoverla, nella persona di Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna e candidato alla segreteria del Partito democratico. E' lui il principale autore del pressing sulla premier di Fratelli d'Italia, poiché intenzionato a far partire una raccolta firma per una legge di iniziativa popolare che introduca il salario minimo legale.
Ma il tema viene tristemente veicolato anche da una triste notizia di attualità che arriva dalla Calabria. Dove è spuntato un annuncio di lavoro a dir poco vergognoso.

Siamo a Soriano Calabro, un comune abitato da poco più di 2000 anime nella provincia di Vibo Valentia, in Calabria. Sorge nella Valle del Mesima, e per quanto si tratti di un luogo 'baciato' dalla natura, purtroppo non sembra essere 'baciato' anche dalla buona sorte per i cittadini che qui vivono. Il perché risiede in una assurda proposta lavorativa (definirla tale ci risulta, infatti, davvero difficile) che è divenuta, in breve tempo, una notizia di rilievo nazionale. Il caso del piccolo comune calabro ha raggiunto i media di tutta Italia, e il motivo in un bando, appena pubblicato, per un ruolo di responsabilità. Quello, cioè, del direttore del Polo Museale locale. Lo stipendio previsto per questo incarico rasenta il ridicolo: 500 euro mensili lordi al mese.

Altro che salario minimo: a Soriano Calabro il direttore del Polo Museale guadagnerà 500 euro al mese (lordi) 

Praticamente un rimborso spese. La tristezza di questa notizia non riguarda solo il salario da fame offerto per un lavoro (parola che, ahinoi, sembra svuotarsi sempre più del suo reale significato). Ma anche e soprattutto per l'importanza che in Italia, e in particolar modo nel Meridione, viene data alla cultura, e cioè: zero. Il candidato per il ruolo dovrà infatti essere in possesso di una laurea magistrale e di titoli di specializzazione e dottorato. Una persona, dunque, altamente specializzata, per la quale la ricompensa è più che irrisoria. Si può definire, questo, un lavoro?

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