Le strade italiane sono ricche di cartelli, insegne e scritte sui muri davvero particolari e divertenti. È difficile, però, trovarne una come quella che vedrete nell'articolo
Esistono tanti motivi per protestare. Da quelli più grandi e importanti, come l'inquinamento ambientale o i continui attacchi ai diritti umani, fino a quelli più piccoli e insignificanti. Di solito, questi ultimi rientrano nella sfera personale e non danno vita a manifestazioni vere e proprie. Può capitare, infatti, che un problema di entità lieve, come potrebbe essere la manifestazione di foruncoli sul viso, ci rovini la giornata e ci porti a manifestare il nostro disagio, ad esempio, con amici, parenti e persone care in generale.
In alcuni casi, però, il disagio provato può essere talmente grande da spingerci a condurre delle vere e proprie crociate contro qualcosa in particolare che, per quanto possano sembrare esagerate, non ci fermano dal farlo. Raramente, queste crociate sono diventate delle vere e proprie rivolte di cui si parla addirittura nei libri di storia. Un esempio è quello della protesta contro i cappelli di paglia: negli anni Venti, a New York, un gruppo di giovani condusse una vera e propria crociata contro questi copricapi, distruggendo anche le vetrine dei negozi. Secondo quanto riporta Tpi.it, in quel periodo nello Stato di New York era vietato indossarli dopo una certa data, ma la protesta di quei giovani contro chi violava tale regola fu davvero incredibile ed esagerata.
Scritte sui muri: la protesta in una città italiana
A proposito di copricapi, la protesta di cui vi stiamo per parlare riguarda proprio le teste. O meglio, qualcosa che molte - ma non tutte! - persone hanno sul capo. Esatto, avete capito bene: un 'poeta anonimo' ha avviato una vera e propria crociata contro i capelli. Fortunatamente, a differenza del gruppo di giovani americani, non ha usato la violenza ma una tecnica relativamente moderna per far valere le proprie ragioni. Parliamo dello street writing, e cioè la scrittura sui muri.
Come potete vedere dalle immagini qui sopra, il 'writer' è anche un paladino dei diritti dei pelati. Oltre a prendersela con il disegno di un volto con i capelli in testa, sostenendo che un uomo è 'meglio pelato', il nostro guerriero anti-chiome ha continuato a scrivere sui muri per spiegare i ragionevoli motivi per cui sarebbe meglio avere la testa liscia. "I capelli non servono" ha scritto il poeta anonimo. Che dire: gli è balzata in testa un'idea davvero inusuale!
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