Palermo, la saracinesca più iconica della città diventa virale: "È tutto profondamente sbagliato"

A Palermo c'è una saracinesca di un negozio da poco chiuso che è diventata virale sui social. Il motivo? Ha molte cose che proprio non vanno. Vediamo quali.

La vita vera è per strada. Ogni giorno, da Nord a Sud, succedono fatti di cronaca più o meno gravi. Sui social, al massimo, vengono documentati. I negozi italiani, piccoli o grandi, sono luoghi dove si vede lo stato di salute del paese reale. Vi ricordate del periodo in cui i giornali ipotizzavano l'istituzione di una soglia minima per i pagamenti con POS (prima 60 poi 30 euro), sotto la quale il commerciante avrebbe potuto dire 'no' a chi voleva pagare con la carta? Qualche imprenditore era convinto che la legge fosse già cambiata. E qualche cliente ci ha pure creduto. Nessun decreto in Gazzetta Ufficiale, solo indiscrezioni giornalistiche: tanto è bastato per convincere alcuni commercianti a sentirsi sicuri di dire "no" a chi voleva pagare con carta.

Nonostante le promesse, alla fine il Governo Meloni non è intervenuto in tal senso: oggi, in Italia, è ancora possibile pagare qualsiasi cifra con carta di credito. Archiviata la polemica sul POS, nel 2023 l'opinione pubblica si è divisa sul tema degli insetti nel cibo, dopo l'approvazione della farina di grillo a scopo alimentare. Una catena di supermercati, NaturaSì, ha fatto molto parlare di sé nei giorni scorsi per via di un 'avviso' presente sia nei negozi fisici che sui social. L'azienda bio ha assicurato che avrebbe fatto "di tutto" per evitare di vendere prodotti che contenessero insetti. La dimostrazione che, nel paese reale, al momento sono in pochi ad essere disposti ad accettare un cambiamento su un aspetto importantissimo delle nostre vite: l'alimentazione.

La saracinesca più 'sbagliata' di Palermo

Da Palermo arriva la dimostrazione che non sempre chi gestisce un negozio riesce a curare alla perfezione tutti gli aspetti del proprio lavoro. La pagina 'Viaggi del Degrado' ha fotografato la saracinesca di un negozio di ferramenta che si è trasferito altrove. Per comunicarlo, però, il proprietario non ha incollato un cartellone o un foglio con l'avviso di cambio sede. Ha preferito scrivere, a caratteri cubitali, con una bomboletta spray di colore bianco, l'indirizzo della nuova sede e il suo numero di cellulare per chiunque volesse contattarlo. Ma non è questo l'unico aspetto 'sbagliato' della faccenda.

"Trasfirito", anche "trasferito", è un errore ripetuto due volte. Probabilmente c'entra il fatto che Paolo è palermitano e qui, in dialetto, a volte la 'e' diventa 'i'. Non era meglio creare un cartello, proteggerlo dagli agenti atmosferici con un rivestimento in plastica, scrivendoci su le stesse parole? Paolo ha pensato che con la bomboletta il risultato finale fosse più efficace. E forse ha ragione. Esteticamente parlando, però, non ci siamo.

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