Le Iene, muore sul lavoro ma il risarcimento 'scompare': il toccante servizio di Andrea Agresti

La storia raccontata da Andrea Agresti per la trasmissione Mediaset 'Le Iene' non è per nulla allegra, ma è importante parlarne

Quella di cui vi parliamo non è una storia allegra, anzi. È una storia che vi colpirà per le ingiustizie che la riguardano ma che, forse, potrà avere un lieto fine, per quanto lieto si possa definire. Ad averne parlato è stato Andrea Agresti, inviato de Le Iene, programma in onda ogni martedì sera su Italia 1. Il personaggio televisivo e cantautore toscano ha raccontato le vicende dell'operaio Roberto Romanò, morto nel 2018 a seguito di un incidente sul lavoro, e dei suoi familiari, che non hanno mai visto il risarcimento che gli spettava.

Ma andiamo con calma: a 54 anni, e con 25 anni di esperienza alle spalle, Romanò è morto schiacciato sotto dieci quintali di sassi. L'uomo, ha raccontato il figlio, stava trasportando da solo un camion con del materiale edile. Uno dei sacchi che stava caricando era usurato e, per questo, l'operaio cinquantaquattrenne l'ha sollevato con la gru per spostare le pietre in un sacco intatto. Sfortunatamente, però, il sacco si è rotto: accorgendosi dei sassi, l'uomo è caduto all'indietro e poi gli sono arrivati i sassi in testa.

Le Iene: l'inchiesta di Andrea Agresti

Romanò è stato descritto come un lavoratore instancabile e innamorato della sua professione. Per quanto la moglie lo avesse invitato a lavorare di meno, lui continuava a fare ciò che amava. Comunque, in seguito ad alcune indagini, ha riportato Agresti, si è scoperto che, probabilmente, l'incidente era evitabile. "Dalle indagini sono emerse gravi responsabilità del datore di lavoro, in quanto aveva messo a disposizione delle attrezzature particolarmente usurate che ne hanno provocato la morte" ha dichiarato il fondatore di Giesse Risarcimento Danni, Claudio Dal Borgo. Le attrezzature e i sacchi avevano subito gli effetti dei fattori atmosferici, che hanno contribuito al loro deterioramento.

Per questo, il datore di lavoro è stato imputato per omicidio colposo. L'uomo aveva stipulato un'assicurazione che ha riconosciuto per Romanò un massimale di un milione di euro. La cifra è stata corrisposta dalla società assicurativa alla Ditta. I soldi, però, non sono mai stati consegnati ai familiari dell'operaio. Il bonifico, che è passato per il conto corrente bancario della figlia del datore di lavoro, non è mai arrivato ai parenti dell'operaio cinquantaquattrenne.

"Una delusione totale: dato anche il legame che ci legava" ha dichiarato il figlio di Romanò, Simone. Stupirà i nostri lettori sapere che Simone è anche il nipote del datore di lavoro: ebbene sì, perché quest'ultimo è il fratello di Maddalena, moglie di Roberto Romanò. "Un'altra cosa assurda è che pur di non far avere il risarcimento alla famiglia di Roberto, pochi giorni dopo, dal conto della figlia, le somme vengono trasferite a diversi destinatari" ha aggiunto Agresti.

Il risarcimento sparito

Gran parte dei soldi sono andati all'Avvocato del datore di lavoro. Successivamente, racconta Agresti, la ditta sarebbe stata cancellata dal Registro delle Imprese e il datore e la moglie si sarebbero spogliati di gran parte dei loro beni immobiliari a favore della figlia e del genero. "Non ho niente, non devo dar niente": questa sarebbe la strategia adottata dall'uomo. Agresti ha cercato di informarsi sulla fine che hanno fatto i soldi chiedendo all'Avvocato del datore di lavoro. Quest'ultimo, però, ha attaccato la cornetta e non ha mai risposto.

Intanto, bisogna specificare che il titolare è stato condannato per omicidio colposo. Ha ricevuto una pena di 4 mesi in carcere e l'obbligo del risarcimento di un milione e trecentomila euro alla famiglia di Romanò. Un milione è stato bonificato dalla ditta assicurativa, e altri 300.000 euro li dovrebbe mettere di tasca propria. Eppure, pare che la famiglia non abbia ancora ricevuto quello che le spettava. Simone, figlio di Roberto e nipote del titolare, si è recato da quest'ultimo in ufficio per chiedere aggiornamenti. Lo zio e la cugina l'hanno, però, rimproverato. "Vuoi far morire anche lui?" ha detto la figlia del titolare, ripresa dalle telecamere nascoste de Le Iene.

La risoluzione

Agresti si è quindi recato dall'uomo per chiedere spiegazioni. "Li ho io i soldi" ha detto l'ex titolare, che ora è solo dipendente perché ha intestato la nuova ditta ai figli. "Ho sempre aiutato queste persone qua io" ha aggiunto Agresti, dicendo di non avere avuto colpe e di aver ricevuto una pena di quattro mesi. "Non sono soldi suoi, sono di suo marito: e io voglio darli ai miei figli" ha dichiarato Maddalena, che ha scelto di non prendere nulla dal risarcimento. Speriamo che con questo servizio, le cose si risolvano come devono.

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