"Adesso ridacci la nostra Gioconda": il sindaco di Ercolano come Materazzi, pretende indietro (giustamente) un preziosissimo cimelio

L'appello del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: il primo cittadino della città vesuviana rivuole indietro un dipinto appartenente alla sua città, a lungo 'ostaggio' negli Stati Uniti d'America

"Adesso ridacci la nostra Gioconda". Vi ricordate il tormentone dei Mondiali di Calcio del 2006, quando l'Italia sconfisse la Francia ai rigori? Nel delirio goliardico dei festeggiamenti, un tale Dj Fabio produsse un brano che in brevissimo divenne un po' l'inno che gli italiani cantavano ai francesi 'rosiconi'. E che, in breve, diceva: ora che abbiamo vinto, ridateci la Gioconda, il celeberrimo dipinto, opera del nostro Leonardo da Vinci, italianissimo artista 'made in Firenze', custodito nel francesissimo Museo del Louvre, a Parigi. Opera per la quale almeno una volta nella vita ciascuno di noi avrà fatto la fila per ammirare, nel caso degli italiani chiedendosi: "Ma perché, se è nostro, non ce l'abbiamo noi?". Quella canzoncina fu associata a Marco Materazzi, calciatore simbolo di quella partita entrata nella storia del calcio italiano: suo il gol contro la Francia che portò l'Italia ai supplementari e, poi ai rigori.

Di ingiustizie d'arte, simile a questa, ce ne è più di una sparse nel mondo. Tutta colpa del fatto che troppa è la bellezza prodotta nello Stivale dall'alba dei tempi. Ed è per questo che non smetteremo mai di pretendere di riavere indietro quel che è nostro.
L'ultimo caso è stato sollevato, giustamente, dal sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto. Il primo cittadino della splendida città degli Scavi archeologici, patrimonio archeologico unico al mondo, ha lanciato ieri un appello al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Buonajuto (che è anche vicepresidente nazionale di Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani) rivuole indietro l'affresco, risalente al 50 d.C.,  raffigurante ‘Ercole fanciullo che strozza il serpente’.

Ercolano, Buonajuto a Sangiuliano: "Quell'opera appartiene a noi"

Si tratta di uno dei 60 reperti archeologici che sono stati a lungo 'ostaggio' negli Stati Uniti, dov’erano stati commercializzati da trafficanti internazionali. L'opera trafugata a Ercolano era finita nella collezione del miliardario statunitense Michael Steinhardt.
Fu saccheggiata da una villa romana, e oggi ha un valore di 1 milione di dollari.
Già nel dicembre del 2021 quando si palesò la volontà del collezionista di restituire le opere trafugate, il sindaco di Ercolano aveva chiesto a gran voce la restituzione dell’affresco.

E adesso che l'opera è tornata in Italia grazie ai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) insieme al New York County District Attorney’s Office (DAO), Buonajuto torna alla carica. "Quell’opera appartiene alla nostra comunità. Da Ercolano venne trafugata nel 1995 ed oggi è giusto che torni all’ombra del Vesuvio per essere ammirata da tutti. Sono convinto che la sensibilità mostrata dal ministro Sangiuliano possa rappresentare un buon viatico per far ritornare l’affresco nella nostra città", conclude Buonajuto. Un più moderno Materazzi

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