Striscia la Notizia, decine di migranti si alleano per combattere il freddo: l'emozionante servizio di Rajae Bezzaz

L'inviata di Striscia la Notizia Rajae Bezzaz ha presentato uno straordinario caso di resilienza, nonostante tutto: il servizio è commovente

Per resilienza, in psicologia, si intende la capacità di riorganizzare la propria vita positivamente nonostante le difficoltà. Questo termine, soprattutto negli ultimi anni, viene utilizzato spesso e per descrivere situazioni di diverso genere, a volte anche in maniera scorretta. Il caso di cui vi stiamo parlare, però, è un esempio lampante di resilienza: di come, nonostante il verificarsi di un evento inaspettato e nonosante il grande numero di problemi che questo ha causato, un gruppo di persone si è fatto forza a vicenda per superarli.

A parlarne è stata Rajae Bezzaz, inviata del programma Striscia la Notizia. L'attrice, conduttrice e personaggio televisivo nato a Tripoli il 20 luglio 1989 dedica molti dei suoi servizi ai problemi che, in tutta Italia, i migranti devono sfortunatamente affrontare. In questo articolo, ad esempio, abbiamo parlato della "città sotterranea" situata nel capoluogo dell'Emilia Romagna in cui vivono decine di extracomunitari, in condizioni assolutamente non ideali. Nel servizio trasmesso ieri sera nel corso della puntata quotidiana del tg satirico ideato da Antonio Ricci, invece, l'inviata ha presentato una storia simile ma dai tratti agrodolci e commoventi.

Striscia la Notizia: il servizio di Rajae Bezzaz

Il servizio è stato realizzato a Roma, a due passi dalla Stazione Termini. "Lungo le pendici delle antiche mura aureliane, all'ombra di una fila di alberelli e al riparo da sguardi indiscreti, una cinquantina di senzatetto di diverse nazionalità ha deciso di unire le forze per superare qui, tutti insieme il rigido inverno" ha raccontato l'inviata, mostrando un accampamento simile a un camping, con numerose tende colorate in cui abitano decine di persone. La giornalista ha chiesto a una di queste perché vivesse lì. "Non c'è lavoro. I documenti, il passaporto e il permesso di soggiorno ce l'ho!" ha dichiato. Un altro ragazzo ha spiegato che molti di loro hanno chiesto l'Asilo alla Questura, ma a causa dei lunghi tempi burocratici, sono costretti a vivere lì.

Altri, invece, hanno ottenuto l'Asilo ma non hanno avuto soldi dalle istituzioni. Come vedete dallo screen pubblicato qui sotto, un uomo con un bastone si è emozionato nel raccontare la sua situazione. "Tutto è cominciato nel 2015, con lo sgombero del Centro Baobab, che dava accoglienza ai migranti di passaggio a Roma. Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di nuove tendopoli nate dal nulla e di nuovi sgomberi" ha spiegato la Bezzaz.

In attesa di un futuro migliore

Andrea Costa di Baobab Experience ha spiegato che "queste persone vengono spostate di sgombero in sgombero, ma queste persone esistono e non possono essere cancellate dalla città". Nonostante tutti questi problemi, molti migranti che risiedono a Roma hanno unito le forze e sono andati a vivere in piccoli accampamenti per superare, insieme, le avversità. "Pare che ce ne siano per strada circa diecimila" ha spiegato l'inviata. Alcuni di questi sono situati in punti strategici, più coperti per superare il freddo e vicini alle sedi della Caritas, che offre loro cibo e bevande.

Ma come si supera una situazione del genere? "Se ne esce investendo in accoglienza: investire in accoglienza è investire nella sicurezza di tutti. Innanzitutto nella sicurezza di questi ragazzi ma anche nella sicurezza di tutta la comunità. Investire in accoglienza vuol dire togliere manovalanza alla criminalità organizzata e tolga anche terreno al fondamentalismo e all'integralismo" ha spiegato Costa. Intanto, ha fatto sapere l'inviata, il comune di Roma ha intercettato 80 milioni di euro del Ministero dell'Interno da spendere per l'accoglienza dei migranti entro il 2025. Resilienza, dicevamo: una caratteristica che ciascuna delle persone di cui parla l'inviata ha in comune. Un aiuto esterno, però, non fa mai male.

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