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Mattino Cinque, la stretta dell'Unione Europea sulle case spaventa l'Italia: l'allarme di un cantiere piemontese

Le nuove norme dell'Unione Europea in nome dell'ecosostenibilità non convincono alcuni lavoratori italiani, che lanciano l'allarme a Mattino Cinque

Pochi giorni fa è arrivata la notizia secondo cui l'estate del 2022 è stata la più calda di sempre in Europa. Gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti e fanno paura al mondo intero. Al fine di correre ai ripari e di apportare dei miglioramenti a questa situazione, prevenendo incalcolabili disastri ambientali, l'Unione Europea è da anni in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e nella ricerca di pratiche ecosostenibili che riportino entro il 2050 la neutralità climatica nel continente. Per raggiungere questo obiettivo, il Green Deal europeo si concentra su diversi ambiti.

Tra le varie norme approvate recentemente per questi fini, una di quelle di cui si sta maggiormente parlando negli ultimi giorni riguarda la "stretta" sulla classe energetica delle abitazioni. Entro il 2030, infatti, tutte le case in Europa, senza eccezione, dovranno rientrare nella classe energetica E, e nel 2033 nella classe energetica D. Il motivo è semplice: con una classe energetica di questo tipo, le emissioni dannose per l'ambiente sono inferiori e, dunque, più sostenibili. Per l'Italia, però, non si tratta di un obiettivo facile: il 60% delle case italiane rientrano nelle classi G ed F perché sono vecchissime. Riconvertirle costa davvero tanto: dai 4.500 euro fino ai 40.000 euro.

Mattino Cinque: l'allarme del cantiere piemontese sulla "stretta" dell'Unione Europea

Il conduttore di Mattino Cinque, Francesco Vecchi, ha così commentato questa situazione: "Nel resto d'Europa le città sono diverse: noi in Italia abbiamo una peculiarità, che è anche la nostra bellezza, che è fatta di borghi, di case vecchie che tutti vengono ad ammirare. Quelle case sono, sfortunatamente, in classi energetiche più basse". Queste case, in queste condizioni, non saranno più vendibili e, nel 2033, il 75% delle abitazioni in Italia sarebbe fuori regola. Questo cosa comporta? Vecchi ha cercato di scoprirlo intervistando il responsabile di un cantiere di Novara, a lavoro nei pressi di un'antica abitazione della città piemontese, risalente alla fine del Settecento.

"In questi cantieri si sta lavorando tantissimo perché c'è il Bonus facciata, c'è il 110...come si può alzare la classe di un appartamento, di un edificio?" ha chiesto il giornalista. Antonio, uno dei responsabili del cantiere, ha spiegato i problemi che riguardano questo tipo di ristrutturazione. "L'Europa ci impone queste date da rispettare: magari sono un po' scettico, ma il 2030 è dietro le porte ed è molto difficile raggiungere gli obiettivi che loro ci chiedono e vi spiego perché" ha introdotto.

Le parole di Antonio a Francesco Vecchi

Ecco i motivi: "La reperibilità del materiale è quella che noi abbiamo sofferto in questi due anni. Grazie agli incentivi del Governo le cose sono iniziate bene, ma non troviamo il materiale. Se lo troviamo ha iniziato a costare di più. Siamo addirittura andati fuori l'Italia in questi due anni per trovare il materiale e per mantenere le commesse e i contratti che abbiamo firmato. Partendo adesso dall'inizio del 2023 continua ad esserci il problema della reperibilità, e non abbiamo nemmeno manodopera. Si parla molto di occupazione, ma in questo cantiere che è su da sei mesi, nessuno ha chiesto lavoro".

Antonio ha spiegato, poi, cosa serve per passare avanti di una o due classi energetiche. "Attraverso la possibilità di 'cappottare', cioè di rivestire l'esterno di una facciata con dei pannelli [...] potrebbe esserci anche un discorso di caldaia per salire di due classi" ha spiegato. Però, farlo per più della metà delle case del Paese, tutti già oggi dovrebbero chiedere questa ristrutturazione, ma a causa dei problemi segnalati da Antonio risulta difficile farlo in così poco tempo.

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