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Testamento, l'eredità spetta a tutti i figli? Le ultime novità

Ecco cosa prevede allo stato attuale la Legge sul testamento e sull'eredità da lasciare ai figli 'legittimi' e 'illegittimi'

La Legge, è cosa nota, si modifica ed evolve con il passare dei tempi. Molte norme, che possono sembrare adatte e corrette in un determinato periodo storico, diventano obsolete e, quindi, devono essere aggiornate. Per quanto riguarda la legge italiana, uno degli esempi più chiari di quanto appena detto è collegato al riconoscimento dei figli non nati dal matrimonio. Quelli che erano chiamati figli 'illegittimi' non hanno più questa denominazione del 2012: è da quell'anno, infatti, che nel Codice Civile la distinzione viene fatta in maniera più neutra tra 'figli nati nel matrimonio' e 'figli nati fuori dal matrimonio'.

Il termine 'illegittimo', in effetti, era sbagliato e poteva essere considerato offensivo. Per questo, non si fa più riferimento a questo termine e, ora, i figli naturali riconosciuti sono parificati a quelli nati nel matrimonio. Come si legge su diritto.it, infatti, i figli riconosciuti possono ottenere l'eredità alle stesse condizioni di quelli 'legittimi'. Precedentemente, invece, i figli nati nel matrimonio avevano il diritto di decidere di trattenere dei beni assegnati ai figli non nato nel matrimonio, offrendo però una liquidazione in denaro a questi ultimi.

Testamento: l'eredità va a tutti i figli? E in quali percentuali?

A proposito di eredità, anche la Legge a riguardo è stata modificata col tempo. Una domanda che tutti potrebbero farsi è se l'eredità deve andare per forza a tutti i figli. Ebbene, come spiega l'avvocato Angelo Greco, direttore della pagina La Legge Per Tutti, sulla sua pagina Instagram, tutti i figli sono adesso considerati eredi legittimari. Ciò significa che, in questo momento, i figli non possono essere diseredati completamente dal genitore. Esiste, cioè, una quota minima che va a tutti i figli, siano essi legittimi, legittimati, adottivi, naturali o adulterini.

La quota minima dipende dal numero di figli e dalla presenza o meno dell'altro genitore. Nel caso in cui il figlio sia unico e orfano di entrambi i genitori, le ultime integrazioni alla Legge prevedono che a quest'ultimo spetti minimo la metà del patrimonio. Due terzi del patrimonio, da dividere in parti uguali, spettano invece ai figli se sono più di uno e non c'è un genitore rimasto. Se il figlio unico avesse, invece, un genitore rimasto, a lui/lei spetterebbe almeno un terzo del patrimonio. La quota minima arriva a metà del patrimonio, invece, se i figli fossero più di uno con un genitore rimasto; anche in questo caso, la quota si dovrebbe dividere in maniera equa tra i figli. Nel caso in cui questi limiti minimi non fossero rispettati, il patrimonio potrebbe essere contestato.

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