Striscia la Notizia, tonnellate di rifiuti e milioni di euro spesi per un'area 'disastrata': l'inchiesta di Max Laudadio fa discutere

Max Laudadio ha presentato al pubblico di Striscia la Notizia un caso davvero particolare: c'entra un'area camping disastrata

Degli inviati di Striscia la Notizia, Max Laudadio è tra quelli che presentano i casi più sconvolgenti e particolari affrontati nel programma Mediaset. Il servizio trasmesso ieri sera, nel corso della puntata andata in onda a partire dalle 20.30 circa non è sicuramente da meno. L'inviato del tg satirico ideato da Antonio Ricci si è, infatti, recato di nuovo in un'area camping situata ad Azzate, in provincia di Varese, per un'inchiesta davvero peculiare.

Diciamo "di nuovo", perché Laudadio si era già recato l'anno scorso in quell'area, poi venduta all'asta. Parliamo di un'area nella quale si trovava prima un campeggio, dove sono presenti enormi quantità di rifiuti. Tra questi, anche materiali estremamente pericolosi per la salute e per l'ambiente, come la lana di roccia. L'inviato ha scoperto che la società nominata dal fallimento per la rimozione di questi rifiuti sembrava stranamente collegata al curatore fallimentare stesso.

Striscia la Notizia: l'inchiesta di Max Laudadio

Come ha spiegato l'inviato, il vincitore dell'asta, che è l'attuale proprietario dell'area, si è trovato ancora tonnellate di rifiuti nella stessa, nonostante questi dovessero essere sgomberati. Il proprietario, Ivano Panzeri, ha spiegato che dopo il servizio di Striscia sono partite delle indagini da parte della Procura di Milano che hanno portato alla messa sotto sequestro dell'area e alla nomina del proprietario come custode dell'area. Inoltre, il curatore fallimentare è cambiato.

"Il curatore fallimentare è stato sostituito! Eppure sembrava molto sicuro del suo operato!" ha commentato Laudadio, mostrando come l'ex curatore fallimentare avesse detto che gli atti ufficiali erano dalla sua parte. Eppure, spiega ancora Laudadio, il Giudice ha nominato un altro curatore. "Nel mirino i rifiuti abbandonati e il potenziale danno ambientale" sottolineava una testata giornalistica.

"Visto che non ho avuto certezze nei tempi per lo smaltimento di tutti i rifiuti, cioè 5.000 metri cubi [...] ho deciso a spese mie di procedere a tutto lo smaltimento di questi rifiuti con una mia impresa" ha dichiarato il proprietario, Panzeri, che con la sua azienda ha speso più di un milione di euro per questi lavori. Un milione di euro che non avrebbe dovuto spendere, dato che la spesa non deve essere affrontata da un privato.

La risoluzione

Ora, i lavori di estrazione dei rifiuti sono in corso ma la spesa sostenuta da Panzeri è davvero importante. Il suo avvocato, Simone Faccio, ha spiegato che il signor Panzeri è stato nominato vittima e persona offesa in questo procedimento. Con l'intervento della Direzione Distrettuale Antimafia, ha aggiunto Panzeri, il Tar di Milano ha indicato che i soggetti indicati per fare questo lavoro sono il Fallimento e le società collegate. Eppure, per una questione di tempo e di incertezza, per ora a sostenere la spesa dei lavori è solo l'azienda di Panzeri. Mentre i lavori sono in corso, così come le analisi della pericolosità dei rifiuti, e la situazione rifiuti sta migliorando, la storia dei pagamenti e del Fallimento non è ancora finita. Attendiamo aggiornamenti e, si spera, buone notizie.

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