Maratona Telethon 2022, Stefano Buttafuoco ospite da Anna Falchi e Salvo Sottile: "Mio figlio Brando ha la sindrome di West"

Questo pomeriggio su Rai 2, in onda la Maratona Telethon, presentata dall'instancabile Paolo Belli, insieme ad Anna Falchi e Salvo Sottile. A loro Stefano Buttafuoco, giornalista e inviato de La Vita in Diretta di Alberto Matano, ha confessato la malattia di suo figlio Brando.

Anche oggi l'Italia prova ad essere 'generosa' con programmi finalizzati al promuovere le donazioni per la ricerca al 45510. La lunga maratona, iniziata già con Carlo Conti e il suo Natale e Quale Show domenica scorsa, continua alla grande. Se qualche giorno fa è stato il turno di Tiberio Timperi e ieri di Eleonora Daniele, adesso in diretta i due protagonisti de I fatti vostri, Salvo Sottile e Anna Falchi. Tra i vari ospiti Marco Morandi, figlio di Gianni Morandi, Laura Efrikian, che si è espresso con un appello per la Fondazione: "Siamo qui per questo. La ricerca è fondamentale, questi giorni sono pieni di buoni propositi. Siamo vicini a Natale". Spazio poi a Stefano Buttafuoco, inviato de La Vita in Diretta che ha raccontato la sua esperienza, con la malattia del figlio Brando, la sindrome di West.

Stefano Buttafuoco, l'inviato di Alberto Matano si racconta durante la Maratona Telethon: "L'inizio di una seconda vita"

Il figlio di Stefano Buttafuoco, Brando, è affetto da una malattia rara: la sindrome di West. Trattasi di una rara tipologia di epilessia che si evince già dai primi mesi di vita con spasmi e crisi di pianto intenso. Sul suo bimbo, il giornalista ha così parlato: "Brando è unico ed è stato per me l'inizio di una seconda vita. Dopo i 50 anni avevo il massimo della felicità, poi Dio mi ha regalato Brando. Sembrava senza problematiche, invece poi ha avuto un attacco di epilessia, senza avvisaglie e poi né io e né la mia compagna avevamo problemi simili. Rapidamente la corsa in ospedale e dopo mesi la sentenza che sembrava molto dura, una sindrome dura. La sindrome di west con una causale severa. Si sapeva poco. I medici mi dissero: 'Stefano coraggio, lavoreremo sui sintomi'. È stato come un colpo al mento per un pugile".

Stefano ha continuato: "Mi sono sentito al tappeto. Solo mia moglie poteva capirmi. Come un pugile alla fine non sono riuscito ad alzarmi. Il libro che ho scritto è stato il mio migliore amico. È stata una cosa difficile da condividere con gli amici". Poi però, la nascita della fondazione Unici, grazie a Telethon: "La speranza è nata con Telethon. Ho attivato un programma di ricerca, Telethon ha fatto un bando, ha raccolto i progetti più importanti e mi sono detto: 'Ok, c'è una dottoressa, una persona che sta studiando su Brando. Se anche non portasse a nulla, qualcosa di buono l'avrà fatto per i bambini'". Un pensiero davvero nobile, come quello con cui il giornalista inviato di Matano ha chiosato la chiacchierata negli studi Rai: "Brando mi ha fatto capire la bellezza delle cose, la vicinanza anche delle persone".

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