"Nino Manfredi e Gigi Proietti? Vi dico io chi erano davvero", Edoardo Leo parla dei suoi maestri da Serena Bortone

Edoardo Leo, ospite di Serena Bortone, ha parlato dei suoi due maestri, Nino Manfredi e Gigi Proietti. Ecco le sue affermazioni in merito.

Uno dei più importanti attori della sua generazione, Edoardo Leo, è stato ospite negli studi di Serena Bortone. Il ragazzo, dopo essere entrato sulle note della colonna sonora di Ci eravamo tanto amati, ha subito parlato dei suoi più grandi maestri, da Gigi Proietti a Nino Manfredi, regalandoci due aneddoti sull'uno e sull'altro.

Edoardo Leo su Gigi Proietti: "Mi disse di lasciar perdere"

Quasi subito Edoardo Leo ha raccontato la storia di quello che gli disse Gigi Proietti quando lo conobbe, ormai diverso tempo fa: "Mi disse che facevo le foto da figo e a 25 anni ero un po' actor studio, volevo fare anche ruoli drammatici. Invece lui mi ha detto: 'Lascia perdere, fai ridere'. Io ci sono rimasto male. Di mio avrei voluto fare ruoli come Romeo. Il mio riferimento era Nino Manfredi però non pensavo di avere tutte le corde della commedia. Invece Gigi me le ha tirate fuori tutte. Ho cominciato a fare tanta commedia. Ho scoperto che era più divertente fare gli antieroi, gli impacciati, vestirsi male e in teatro e al cinema ho iniziato a fare questa sequenza di antieroi. Devo tanto a Gigi". Le frasi sono state quasi commoventi, considerando che Proietti resta uno di quei maestri che non dimenticheremo tanto facilmente. Eppure anche Nino Manfredi ha avuto lo stesso impatto sulla vita di Leo.

"Nino Manfredi chi era? Il mio idolo", Edoardo Leo spiega come guardava il grandissimo attore

Sempre a pochi minuti dall'inizio della sua intervista, Edoardo Leo ha svelato com'è stato per lui lavorare con Nino Manfredi: "Ho avuto la fortuna di lavorare con lui. Ho lavorato con i miei idoli, da Proietti a Manfredi... Ettore Scola. Di Manfredi ricordo che io ero un ragazzino e lavoravo di fronte a un monumento della recitazione, lui mi prese sotto la sua ala. Io lo guardavo come si guarda un'opera d'arte. Ora che ripenso a quasi 30 anni di lavoro, questi incontri mi hanno formato. La cosa straordinaria che vale per Nino e Gigi è che erano raffinati, preparati, studiosi, che riuscivano a mantenere un contatto forte con le loro radici popolari. È un esercizio non facilissimo". In definitiva, quello che ha voluto evidenziare Edoardo è come dietro la maschera da comici, ci siano sempre uomini capaci anche di riflettere e, perché no, piangere.

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