Rivoluzione nei supermercati: presto sugli alimenti potrebbe non esserci più la data di scadenza, o termine minimo di conservazione. Ecco tutti i dettagli
Ogni giorno, miliardi di persone in tutto il mondo si recano nei supermercati per fare la spesa. Principalmente, la maggior parte dei prodotti acquistati al supermercato è di natura alimentare. Le indicazioni che si trovano di norma sulle etichette dei prodotti alimentari sono i valori nutrizionali, il peso e il prezzo per unità e/o per chilo. Un'altra indicazione molto frequente è quella della data di scadenza o del tmc, il termine minimo di conservazione.
La data di scadenza può influenzare i consumatori. Questi possono decidere se acquistare o meno un prodotto proprio basandosi sul termine minimo di conservazione e, inoltre, può capitare che ai prodotti con scadenze immediate vengano applicati sconti di vario genere. Un'indicazione importante, insomma, che però potrebbe scomparire presto. Ecco cosa sta succedendo e di cosa si tratta.
Data di scadenza, addio! La rivoluzione dei supermercati
La decisione riguarda, per ora, solo il Regno Unito. In Gran Bretagna, infatti, molte catene di supermercati stanno eliminando lentamente la data di scadenza o il termine minimo di conservazione. Il motivo è molto semplice: queste catene stanno adottando tale decisione per una lotta agli sprechi. Secondo quanto spiegato dal commendatore della Repubblica e Presidente dell'Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona sulla sua pagina Instagram, la scelta di eliminare la data di scadenza riguarda solo la frutta e la verdura confezionate. Se vogliamo essere più corretti si tratta, in particolar modo, del termine minimo di conservazione. Quello, cioè, della dicitura "consumarsi preferibilmente entro".
Una scelta di questo tipo permetterebbe di ridurre gli sprechi, perché i consumatori non butterebbero più gli alimenti solo perché il termine minimo di conservazione è stato superato. Ma non può essere pericoloso consumare degli alimenti che superano tale data? Non sempre: come spiega ancora Dona, infatti, il termine minimo di conservazione indica solo il termine oltre cui il prodotto rischia di perdere alcune caratteristiche. Queste caratteristiche possono riguardare il gusto o il profumo, ma non rendono il prodotto pericoloso. Per questo motivo, se, dopo averlo controllato per bene, l'alimento risulta ancora buono e non presenta problemi, si può mangiare anche se il termine minimo di conservazione è stato superato. Questo prodotto può essere, infatti, ancora buono e nutriente. Non sappiamo se questa tendenza sarà seguita in qualche modo anche negli altri Paesi, ma si tratta, sicuramente, di un'idea interessante.
LEGGI ANCHE>>>Congedo mestruale, arriva la svolta: assenza retribuita per le donne con il ciclo. Ecco tutti i dettagli