Crisi del gas: il prezzo sale alle stelle e sembra incontrollabile. Il rischio di razionamento della risorsa diventa sempre più alto. Ecco cosa sta succedendo e come risolvere la situazione
Crisi del gas: l'ennesimo picco è stato raggiunto negli scambi dei futures ad Amsterdam. Ieri, come spiega ANSA, si è raggiunto un picco di più di 321 euro al megawattora e non è detto che non aumenti ancora. L'incognita più grande resta quella della stagione invernale: molti esperti e politici chiedono che siano approvati piani i quali riescano ad arginare i potenziali effetti disastrosi dell'aumento del prezzo della risorsa. Ieri, il leader di Azione Carlo Calenda ha affermato che siamo in emergenza e che c'è bisogno di sospendere la campagna elettorale del 25 settembre. Questo al fine di supportare il piano del Governo.
Sono due le domande che il popolo si sta facendo in questi giorni: quanto pagheremo il gas in inverno e se ci sarà bisogno di un eventuale razionamento. L'Unione Europea ha stabilito un taglio dei consumi del 15% nei prossimi mesi per gli stati membri, ma questo è, per ora, su base volontaria e non è chiaro se tale percentuale basterà a fermare l'emergenza.
Crisi del Gas: quanto lo pagheremo in inverno? Saremo costretti a razionarlo?
Diego Pellegrino, portavoce di Arte, ha spiegato a SkyTg24 Business che una famiglia media di quattro persone potrebbe arrivare a pagare le bollette complessivamente 1000 euro in più del periodo pre-Covid. Un aumento del +500%, come spiega Money.it, che graverà incredibilmente sulle tasche degli italiani. E che avvicina sempre più l'ipotesi di razionamento, sebbene in Italia alcuni tendessero ad escluderlo. Anche se nelle ultime ore la quota dei futures è scesa a 292 euro, non è chiaro se aumenterà di nuovo o meno. Ai microfoni del Tg1, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha spiegato come si potrebbe arrestare il continuo sbalzo dei prezzi.
Per Bonomi, è necessario che il Governo Draghi intervenga subito stabilendo un tetto al prezzo del gas. Se questo non viene stabilito al livello europeo, ha aggiunto, è necessario che lo si faccia al livello italiano. Inoltre, il presidente di Confindustria ha spiegato che bisognerebbe sganciarlo dal prezzo dell'energia elettrica e sospendere temporaneamente i certificati ETS. Infine, suggerisce Bonomi, si deve riservare alle aziende manifatturiere "una quota della produzione dell'energia rinnovabile a costo amministrato". Intanto, gli italiani stanno valutando l'idea di installare un sistema di riscaldamento alternativo, come ad esempio quello alimentato dal combustibile biologico del pellet, per non passare l'inverno al gelo.
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