Crisi di Governo, arriva la decisione finale di Mario Draghi: ecco cosa succede ora

Dopo circa dieci giorni molto movimentati, oggi mercoledì 20 luglio è arrivata la decisione finale del Premier Mario Draghi. La Crisi di Governo si è risolta così.

Era il gennaio 2021 quando, subito dopo le vacanze di Natale, il Governo Conte bis perde la fiducia delle Camere. L'ex Premier, diventato nel frattempo leader del Movimento 5 Stelle, sale al Colle e rassegna le proprie dimissioni al Presidente della Repubblica. Nel giro di qualche giorno nasce il nuovo Governo. Dopo un breve corteggiamento (e un iniziale rifiuto), Mario Draghi accetta di diventare Presidente del Consiglio per la prima volta nella sua vita. Il Governo va avanti senza grossi intoppi fino all'estate del 2022, quando in un mese di luglio caldissimo, il Movimento 5 Stelle fa mancare il proprio supporto totale all'Esecutivo Draghi.

Più precisamente, i deputati grillini mettono a segno la mossa che apre ufficialmente la Crisi di Governo. Al voto per il DL Aiuti in Senato, alcuni 5 Stelle non si presentano. Il decreto legge passa comunque ma ciò, per Mario Draghi, è abbastanza per rassegnare le proprie dimissioni. Tuttavia accade l'ennesimo colpo di scena: Sergio Mattarella respinge le dimissioni di Draghi e gli 'impone' di riferire in Aula mercoledì, oggi. Stamattina Mario Draghi si è presentato puntuale alle 9:30, dicendo di essere disponibile per riorganizzare un esecutivo che gli permetta di lavorare senza intoppi.

Mercoledì 20 luglio: la giornata più lunga e più calda

Il centrodestra ha approfittato delle parole del Premier per chiedergli, in buona sostanza, di riformare un esecutivo che non comprenda ministri del Movimento 5 Stelle. Dalla tarda mattinata al primo pomeriggio, ci sono stati colloqui di persona e telefonici tra i leader di partito, il Presidente della Repubblica e altri soggetti politici coinvolti. Lo strappo del centrodestra ha reso ancora più complicato il tutto: i parlamentari dei principali partiti voteranno esclusivamente la 'loro' risoluzione, molto chiara: "Sì a Draghi, no totale a ministri pentastellati nell'esecutivo".

Gli scenari possibili sono quattro: la prima è che che tutto rimanga così com'è. Ci vorrebbe una presa di posizione del Movimento 5 Stelle, che deciderà di appoggiare Draghi fino alla fine, nonostante tutto. La seconda è che Draghi rimanga ma il partito di Beppe Grillo vada all'opposizione. La maggioranza sarebbe garantita dai parlamentari che hanno seguito Luigi Di Maio e il suo "Insieme per il futuro". La terza è che Draghi esca di scena e che il Premier sia qualcun altro. In quel caso cambierebbe davvero tutto e sarebbe difficile trovare un nome che accontenti tutti. La quarta è che il Governo cada e si vada a votare tra settembre e ottobre. Fino a quel momento Draghi resterà al potere per i cosiddetti 'affari correnti'.

Alle 16:45 parlerà Mario Draghi e noi vi terremo aggiornati sulle sue parole e soprattutto sulle sue decisioni appena avrà terminato il suo discorso;

17:10 Mario Draghi pone la questione di fiducia sulla mozione Casini, ed il centrodestra unito dichiara di non votarla. Il testo della mozione è di una sola riga:"Il Senato, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, le apporva".

18:53 Con la fuoriuscita di Forza Italia, Lega ed altri, dall'aula del Senato si rischia di non raggiungere il numero legale per la votazione di fiducia.

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