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Paolo Rossi, la confessione della moglie: "Ecco cosa fece pochi giorni prima di morire"

Calciatore italiano soprannominato Pablito, dopo il suo exploit al campionato del mondo 1978 in Argentina, lo si ricorda principalmente per le sue prodezze e per i suoi gol alla successiva rassegna iridata di Spagna nell'82 dove si aggiudicò il titolo di capocannoniere. Paolo Rossi è stato il primo giocatore in assoluto, seguito solo da Ronaldo Luis Nazàrio de Lima nel 2002, che nello stesso anno vinse oltre ai premi sopracitati anche i Pallone d'oro. Molto abile negli spazi stretti dell'area di rigore, lo ricordiamo soprattutto per le sue doti di tempismo e opportunismo. Lo stesso Rossi raccontò così le sue caratteristiche tecniche: "Io non segno quasi mai di potenza, generalmente conquisto quei due metri che costano il goal all'avversario. Per me, è fondamentale il gioco senza palla, lo smarcamento, quando la palla non c'è, è indispensabile. Non ho avuto dalla sorte un grande fisico e mi debbo far furbo".

L'attaccante il 9 dicembre 2020 si è spento all'ospedale di Santa Maria alle Scotte di Siena all'età di 64 anni a causa di un tumore ai polmoni che l'aveva colpito mesi addietro.  Riportiamo di seguito il doloroso sfogo della moglie, Federica Cappelletti, che ci racconta come Paolo ha vissuto la malattia. “È iniziato tutto a marzo 2020, dopo che siamo tornati da un viaggio alle Maldive”. Federica si era accorta che il marito non stava bene al ritorno dalla vacanza e racconta: “Ho notato che Paolo era dimagrito molto. Siamo andati a fare degli accertamenti che ci hanno dato, purtroppo, il verdetto che mai avremmo voluto sentire. Ma non abbiamo mai perso la speranza, fino a un mese dalla morte abbiamo combattuto per cercare di vincere il nostro mondiale”.

La malattia di Rossi aveva fatto si che tra i due si creasse una forte intimità; ad unirli la lotta contro il male. “Durante il lockdown eravamo sempre e solo noi due e lui e si è affidato totalmente a me. È stato faticoso, ma è stato bello poter vivere il nostro amore anche durante quel periodo. Lui aveva capito tutto, ma a un certo punto ho iniziato a raccontargli mezze verità, perché volevo vederlo sereno e positivo. Paolo non parlava molto, ma ogni tanto mi abbracciava e piangeva”. Federica dopo la morte del marito ha scritto subito un libro per tenere in vita il ricordo di Paolo e il loro amore. Il libro è intitolato "Per sempre noi due". Ad alleviare il dolore per la perdita Federica dichiara che trova conforto nel fatto che Paolo sia sempre stato felice e amato fino all'ultimo: " Non si è mai sentito solo”.

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