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Martina Colombari e Billy Costacurta a contatto con i medici: purtroppo c'entra loro figlio Achille

Martina Colombari e Billy Costacurta sono una delle coppie più belle della televisione italiana. I due, poi, hanno uno splendido figlio, Achille, e sanno benissimo che il mestiere di genitori è quello più difficile del mondo. In una recente intervista presente su “il Mattino”, Martina ha spiegato che, infatti, è dovuta ricorrere purtroppo anche ad un supporto psicologico. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Questi periodi di pandemia sono stati davvero drammatici e le quarantene forzate hanno portato tristi conseguenze psicologiche ai genitori, ma maggiormente purtroppo ai ragazzi più giovani. Quando viene chiesto a Martina cosa ne pensi di quei difficili momenti, dichiara con amarezza: «Che la scuola davanti allo schermo non aiutasse mio figlio ad avere voglia di tornare in classe. Ogni scusa era buona per spegnere la telecamera. La merenda, una pausa, una sigaretta. I ragazzi di 16 anni hanno esigenze precise e lo studio non è necessariamente tra quelle».

Verissimo, purtroppo, e i momenti difficili sono stati anche numerosi: Sia io che mio marito non abbiamo alle spalle percorsi scolastici conclusi con la laurea, perché le nostre carriere si sono sviluppate subito dopo il diploma. Per lui siamo l’esempio vivente che l’università non sia fondamentale. Dice: a voi non è servita. Ora si è convinto che vorrebbe aprire un ristorante. Ma prima deve fare gavetta da cameriere, trovarsi un socio, lavorare sulla creatività e sul marketing. È difficile spronarlo senza demotivarlo. Soprattutto adesso, che manca la distanza».

Martina e Billy, allora, hanno preso la decisione più saggia e da persone mature ed assennate quali sono hanno scelto di chiedere un aiuto professionale: «Noi ci siamo fatti aiutare. Chiedere un aiuto esterno da un esperto o uno psicologo, nei momenti di difficoltà, non è qualcosa di cui ci si debba vergognare. Anzi. Già prima del Covid i genitori italiani non erano capaci di distaccarsi dai figli. E l’isolamento ci ha reso ancora meno lucidi. Noi ci siamo fatti aiutare da una psicologa che si occupa di genitorialità. Lo dico serenamente: chiedere aiuto non è un atto di debolezza, ma di grande amore per i propri figli».

Parole sante, Martina, e complimenti, oltretutto, anche per quello che avete imparato: i figli hanno bisogno di aiuto, ma noi genitori non possiamo metterci al loro posto. Dobbiamo lasciare che si assumano le loro responsabilità. Anche adesso. Bisogna liberarsi dal senso di colpa. Accettare anche di aver fatto degli errori in questi mesi, perché è dagli errori che si impara. Bisogna avere tanta pazienza, anche con se stessi. Non sentirsi sbagliati, confrontarsi con altre coppie, perché le difficoltà le abbiamo provate tutti».

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