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Alessandro Di Battista asfalta l'ospite americano da Floris: "Rispetta il nostro paese!"

La tribuna politica italiana ci ha da lungo tempo abituati a teatrini stucchevoli ormai da lungo tempo. Dal tunnell dei neutrini di geliminana memoria ai complimenti da parte di Salvini all'ambasciatore americano per la magnifica scalinata di Rocky a Washington (peccato che fosse a Philadelphia), ne abbiamo davvero sentite di tutti i colori. Non ci stupisce, allora, quello che è accaduto recentemente a "Di martedì", il programma condotto da Giovanni Floris in prima serata su La 7. L'ex cinquestelle Alessandro di Battista ha infatti rivolto delle parole davvero poco lusinghiere all'economista e conduttore televisivo Alan Friedman e questi non ha di certo reagito in modo pacato. Il pentastellato avrebbe infatti accusato lo statunitense di aver "scimmiottato Berlusconi pulendo la sedia di Conte, rispetti il paese che la ospita senza fare queste scenette". Va detto che Friedman lavora sul suolo italiano da tempo immemore e sembra difficile utilizzare il termine "ospita" per un uomo che molto ha fatto per l'Italia, che piaccia il suo operato o meno.

La risposta, però, non è certo tardata ad arrivare e l' inviato dell'International Herald Tribune ha subito tuonato: «Non bisogna dare credibilità al facile antiamericanismo di un amico di Chavez». Anche questa, allora, non sembra la più felice delle dichiarazioni considerando che Di Battista non è mai stato iscritto a nessun partito che non fosse il Movimento 5 stelle e che, oltretutto, Hugo Chávez è ormai passato a miglior vita da quasi 9 anni. Capiamo, ovviamente, che il clima negli studi di Floris non fosse dei più distesi e gli argomenti caldi da affrontare sono tutt'altro che distensivi. La triste prassi, infatti, dei talk show politici è quella di cristallizzare in schieramenti oppposti gli invitati, lanciare un argomento scottante nel dibattito e constatare chi abbia urlato più forte. A nostro avviso la problematica inerente il conflitto russo-ucraino dovrebbe essere analizzata con il dovuto riguardo e abbiarsi le proprie posizioni politiche l'un l'altro non sembra che abbia mai portato alcun beneficio all'elettorato.

Un problema complesso come la guerra alle porte d'Europa merita di essere affrontato con la calma che richiede. L'irrigidirsi su posizioni filo atlantiste o meno comporta, infatti, solo una ulteriore polarizzazione del dibattito. Riteniamo allora necessario che la tribuna politica vada completamente rivoluzionata in virtù di una nuova grammatica che la orienti. La politica serve a risolvere i problemi e non a crearli, non crediamo che urlarseli addosso possa portare molto lontano. Ieri sera, in contemporanea su Rai Tre, è andato in onda un altro scontro televisivo molto atteso: quello tra Alessandro Orsini e Matteo Salvini. I toni erano decisamente più distesi e pacati rispetto al dibattito tra Di Battista e Friedmann; d'altronde il professore universitario e il leader della Lega su alcune posizioni sono d'accordo, a differenza degli altri due.

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