Alessandro Orsini, la notizia che nessuno voleva leggere: lo hanno fatto letteralmente fuori

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina (o 'operazione militare speciale' che dir si voglia), nei salotti televisivi i virologi hanno sempre meno spazio. Ne è conseguito che la categoria più in voga negli ultimi trenta giorni sia senza dubbio quella degli esperti di geopolitica. Per fare un esempio, a "Otto e mezzo" di Lilli Gruber su La7 l'ospite fisso è Lucio Caracciolo, direttore della rivista 'Limes', che da tempo tratta temi di geopolitica. Un volto che fino a pochi giorni fa era noto solo negli ambienti accademici è quello di Alessandro Orsini. Il professore di Sociologia alla Luiss è anche direttore e fondatore dell'Osservatorio Internazionale sulla Sicurezza nella stessa università. Il docente, finito al centro dell'attenzione nei giorni scorsi per la sua presa di posizione sulla guerra in Ucraina, dai primi di marzo è stato ospite di frequente su La7 e su Rai Tre. Ieri aveva iniziato a circolare una notizia clamorosa: per sei apparizioni a 'Cartabianca' il professor Orsini avrebbe concordato di ricevere 2.000 euro a puntata, dunque 12.000 euro di soldi pubblici. Le indiscrezioni sull'ingaggio non sono piaciute a chi la pensa diversamente da lui. Tra loro figura sicuramente Andrea Romano del Partito Democratico, membro della commissione parlamentare di sorveglianza: "È assolutamente inaccettabile che le risorse del servizo pubblico radiofonico e televisivo vengano utilizzate per finanziare il pifferaio della propaganda di Putin", ha twittato il rappresentante dei dem.

Un suo collega ha scritto concetti simili, in forma diversa: "Che Orsini debba poter esprimere liberamente le sue idee è giusto, ci mancherebbe. Che io lo debba pagare, anche no. Roba da matti", è l'opinione di Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna, affidata a Twitter. Messaggi simili sono arrivati da Valeria Fedeli, che ha chiesto "un esame più approfondito anche sul compenso". Marco Di Maio, deputato di Italia Viva ha scritto: “È troppo prendere soldi dalla nostra televisione di stato per esprimere una posizione pro-Putin in TV. La Rai, almeno la Rai, non può essere equidistante".  Il professore non è favorevole a Putin, ma nemmeno apertamente contrario. Nei suoi interventi in tv, ha ricordato che gli americani hanno anche attaccato democrazie come il Cile di Salvador Allende e hanno invaso stati sovrani come l'Iraq. Al contempo ha apertamente criticato il presidente ucraino, sostenendo che la strategia di Zelensky è quella di portare tutti nella terza guerra mondiale, sapendo che i russi, irremovibili sul loro obiettivo, sarebbero stati costretti a usare armi di distruzione di massa.

La novità dell'ultimissima ora è che Alessandro Orsini ha subito una doppia censura. In primis la sua pagina Wikipedia è stata oscurata. A tal proposito, un moderatore del sito ha spiegato che era stata creata da poco e presentata come una sorta di curriculum vitae in stile LinkedIn. "Non siamo un quotidiano online", ha scritto l'utente in questione sul forum dedicato, aggiungendo che "prima o poi ci sarà la voce ma dovrà essere scritta come si deve" e che non tutti personaggi 'famosi per brevi periodi' debbano necessaramente sull'enciclopedia libera. L'altra notizia è che la Rai lo ha 'fatto fuori': le sue ospitate a Cartabianca su Rai Tre sono ufficialmente saltate. Non è chiaro il motivo: si suppone che le polemiche troppo aspre rivolte dal popolo del web (e da alcuni funzionari dello Stato) al terzo canale circa lauto ingaggio avrebbero convinto i dirigenti del Servizio Pubblico a ripensarci e far sapere a Orsini che l'accordo è saltato. Per il momento il docente non ha commentato la notizia, mentre i suoi sostenitori gridano alla censura.